Pochi giorni fa ha soffiato sulle candeline di una torta che in realtà mente, una torta che non può raccontare la passione a prescindere dai numeri, ma una torta che forse addolcisce un po’ l’amarezza di un momento in cui, compleanni a parte, c’è poco da festeggiare, perché il calcio manca tanto, perché il Natale è alle porte ma non ci sarà l’amato casino biancorosso di sempre e tutto questo lo sa bene Graziano Saporiti, presidente del Futsal Varese.

Intervistarlo è una rarità, non ama i riflettori, ma è anche un’infinita serie di aneddoti, ricordi, finestrelle che si aprono in ogni discorso e provano a spiegare, a colorire, ad offrire nuovi punti di vista su questo mondo.

Questa volta, però, a farla da padrona è stato il pragmatismo di un periodo difficile, fatto di tante parole e pochi fatti e accentuato da una riunione di pochi giorni fa avvenuta con i vertici del calcio a 5.

Il Futsal Varese ha iniziato la sua ennesima stagione in C2 dopo una cavalcata straordinaria che lo scorso anno, fino al terribile stop, li ha visti protagonisti assoluti tanto in campionato quanto in Coppa, e nelle prime uscite della stagione corrente ha raccolto due punti e una qualificazione in Coppa Lombardia. Poi però la pandemia non ha dato tregua ed è stato necessario tornare alle origini e spegnere nuovamente i riflettori. 

Come si esce da questa situazione?
Innanzitutto rimanendo coesi, credo che tutte le società di calcio a 5 che partecipano a questo campionato debbano avere la lucidità per viaggiare nella stessa direzione, perché prendere decisioni in un momento così non è facile per nessuno, il primo passo però per trovare una via d’uscita a questa situazione di stallo è proprio la coesione tra di noi, dopo la riunione avvenuta qualche giorno fa è forte la sensazione secondo cui una buona proposta presa da parte dei club in maniera coesa possa davvero essere presa in considerazione da chi ci gestisce”.

Proprio da questa riunione avuta con Baretti alcune proposte, seppur da definire, sono già emerse, cosa ne pensi?
Sono state dette tante cose, a mio avviso alcune più giuste altre meno, si è parlato di giocare solo l’andata, di trovare compromessi per concludere il campionato ma quello che penso io è che il concludere il campionato poteva valere nella scorsa stagione, non quest’anno dove abbiamo fatto poco o nulla, questa non è una stagione da concludere, è una stagione ancora da fare, andrebbe piuttosto congelata e ripresa in mano in tempi migliori, perché in realtà i compromessi ci hanno già dimostrato che limitano troppo la bellezza di questo sport”.

Tu in qualità di presidente del Futsal Varese ti sei fatto un’idea su come e quando si possa riprendere a giocare?
No in realtà no, è tutto troppo legato ai numeri dei contagi e sono numeri più grandi di noi, ci sono persone competenti e predisposte nel gestire questa situazione e fanno fatica a farlo tanto è imprevedibile, io onestamente non sono nessuno per fare previsioni”.

Hai però una tua idea su quali debbano essere i punti su cui far leva per ripartire in sicurezza e, come dici tu, per giocare senza troppi compromessi?
Sì credo che ci siano delle questioni a cui la federazione deve dare il giusto peso a partire da un protocollo molto chiaro e applicabile per tutti; a mio avviso bisognerebbe contattare le società, capire la situazione singolarmente di ognuna perché il comitato deve assicurarsi che le strutture siano allineate, purtroppo, e lo abbiamo già visto, non tutti hanno le stesse possibilità nel senso che spesso si dipende dai comuni, e i comuni sono liberi di gestire come meglio credono le strutture in cui noi abitualmente ci alleniamo e giochiamo, bisogna stare vicini alle società e capire in maniera diretta quali siano le loro problematiche”.

Aggiungerei poi – prosegue Saporiti – che sarà importante anche calcolare bene le tempistiche, non si possono sottoporre i ragazzi ad infortuni, magari muscolari, dettati da una preparazione ridotta ai minimi termini, e per finire, altra cosa importante, è l’avere un piano A e un piano B perché le variabili sono tante non solo legate al covid, ma anche legate ai palazzetti, al meteo, bisogna avere l’accortezza di redigere due strade diverse e ben praticabili”.

Alla luce di queste tue puntualizzazioni, cosa ti auguri per il 2020?
Se da un lato è giusto che i vertici si assumano le loro responsabilità, dall’altro, ribadisco, punto su una certa coesione da parte delle società stesse, questa è la prima cosa che mi auguro, poi è normale anche augurarsi di poter tornare a giocare quanto prima, lo vogliamo tutti, non mi stancherò mai di dirlo che mi piacerebbe avvenisse in condizioni il più vicine possibili alla normalità, comunque decideranno di farci fare questo campionato in tempo di covid non lo si potrà chiamare sport ma attività di compromesse, a noi, invece, manca il nostro amato calcio, non le soluzioni palliative che mascherano ed imprigionano la bellezza del Futsal”.

Mariella Lamonica

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