La stagione 2019/2020 si è bruscamente interrotta e a giorni sono attesi i verdetti ufficiali da parte della Lega Nazionale Dilettanti e del CRL. Che cosa è rimasto di una stagione chiusa anticipatamente dall’emergenza Covid-19? Qual è stata la parata più bella e importante del campionato? Lo abbiamo chiesto ad alcuni portieri dei gironi A e B di Terza Categoria Varese.

Roberto Galli, Virtus Bisuschio: “Per quanto riguarda la parata più significativa della stagione, ne vorrei citare due che secondo me sono state importanti per la mia esperienza ma anche per quella della squadra. La prima riguarda una parata su un colpo di tacco in area piccola nella partita contro il Varese: è stata una parata molto importante per me perché mi ha riempito di fiducia in un periodo difficile considerando che, per colpa di alcune assenze, stavo giocando un leggero strappo all’addome e non arrivavo da un momento di forma positivo. Purtroppo poi è arrivata una sconfitta, ma nel complesso avevamo giocato una delle partite più belle della stagione. La seconda, invece, riguarda il rigore parato nella vittoria contro il Frane Sport. Non la ritengo una delle più belle parate dal punto di vista tecnico, ma dal punto di vista emotivo è stata molto importante all’interno di una partita molto tirata e mi ha fatto capire che quel giorno avremmo portato a casa la vittoria. Per la prossima stagione mi auguro che a settembre con le dovute precauzioni si possa ricominciare. Sicuramente sarò ancora in campo e credo che questo periodo così particolare, mi abbia fatto riflettere nel modo giusto portandomi ad avere ancora più voglia di giocare a calcio. Certamente ci sarà una sensazione diversa, perché siamo consapevoli che per un po’ di tempo dovremo convivere con la realtà di questo virus e farci molta attenzione, però francamente non vedo l’ora di tornare a parare e spero che mister e compagni possano esserci ancora tutti per una nuova avvenuta assieme”.

Simone Coraza, Brebbia: “La miglior parata di questa stagione è stata contro la Casport sul 2 a 1 per noi, gran tiro di esterno all’incrocio, sono volato con la mano di richiamo e l’ho deviata in calcio d’angolo. Io tornei anche subito a giocare perché mi mancano le emozioni della domenica pomeriggio: se i contagi continuano a calare penso non ci sia problema a riprendere a settembre. Non vedo l’ora di riprendere per dare sempre il 100%”.

Alessandro Mocchetti, Don Bosco Bodio: “Credo che la mia più bella parata sia stata nell’ultima partita giocata contro il Rancio calcio, dove, nonostante la squadra non stesse giocando bene, ho cercato di salvare il risultato con diverse belle parate, anche se alla fine non è bastato e abbiamo perso. Ovviamente la voglia di ritornare a calcio c’è, e non credo cambierà qualcosa nel mio modo di vedere e giocare a calcio, però, indubbiamente, fa rabbia pensare a questa situazione e a tutto il contorno che si è creato nel mondo del calcio per colpa di questo virus, soprattutto, per la mancanza dei tifosi o anche semplicemente dei propri amici o genitori che vengono a vedere le partite”.

Stefano Fazzari, Marnate Nizzolina: “La miglior parata è stata probabilmente quella contro l’Oratorio San Filippo, non tanto per difficoltà o spettacolarità, quanto più per il momento: a quindici minuti dalla fine sull’1-0 per noi. La voglia di ripartire è tanta e, a 19 anni, quella di migliorarsi e fare esperienze ancora di più. Nonostante ciò, il pericolo è reale ed è quindi meglio aspettare che tutto si sia calmato, sperando che sia il più presto possibile. Anche perché marcare con 2 metri di distanza sarebbe un po’ difficile!”.

Manuel Aiello, Ponte Tresa: “La parata più bella è stata sicuramente sul 2 a 1 per noi in casa al 44esimo del primo tempo: l’attaccante sul fondo mette la palla bassa a centro area e l’altro attaccante calcia a botta sicuro e io in controtempo la tolgo dall’angolo a mezza altezza. Io spero si possa iniziare anche prima di settembre, ma penso si inizierà. Non credo che il mio modo di vedere il calcio cambierà perché già ne ero innamorato prima dello stop, ma sicuramente stando così tanto tempo senza sentire il campo, mi godrò ogni momento sia di allenamento o partita o negli spogliatoi come se fosse l’ultimo”. 

Simone Annaloro, Cuvio: “La parata più interessante di quest’anno è stata contro il Ponte Tresa nella partita giocata in casa loro: azione da calcio d’angolo, la palla arriva in area all’altezza del secondo palo dove uno di loro la prende al volo a botta sicura, invece di trovare il gol ha trovato me per la respinta. Penso che al momento la cosa più importante sia la salute delle persone e che il campionato non possa ripartire senza la presenza di un vaccino. Nei professionisti gli atleti vengono monitorati costantemente, noi dilettanti invece siamo molto più a rischio. Sicuramente non smetterò di giocare a calcio per colpa del virus, anzi non l’ora di poter intraprendere un’altra stagione con la Valcuviana e di poter avere un’altra possibilità di lottare per la vittoria di questo campionato, arrivando in Seconda Categoria, quest’anno abbiamo già dimostrato di essere a un ottimo livello. Infine, penso che il modo in cui vedrò il calcio sarà sempre lo stesso: gruppo, sacrifici, obiettivi e in campo si dà sempre il massimo!”.

Alessandro Rovetta, Torino Club: “La più bella parata è stata quella in casa contro il Sumirago Boys, un tiro da fuori area, sul secondo palo, indirizzato sotto la traversa. Per quanto riguarda la prossima stagione mi auguro che si possa riprendere a settembre come ogni anno, ma giustamente per la sicurezza non ci sono certezze. Io dalla mia ho una gran voglia di riprendere perché quest’anno l’obiettivo, ossia i playoff, è saltato per cause di forza maggiore, e quindi personalmente ho una grande voglia di riscattarmi e soprattutto tenere alto il nome della società Torino Club Marco Parolo, che pur essendo il primo anno ad avere una prima squadra, è stata creata una rosa molto competitiva. Per quanto riguarda il mio modo di vedere il calcio, probabilmente sarà apprezzare ancora di più lo spogliatoio, perché partendo dal mister Morosi, ai dirigenti Beppe ed Enzo, a tutti i compagni di squadra, si crea un legame durante una stagione. Un’altra cosa sarà metterci più impegno di quando abbia messo già in questi anni”.

Riccardo Scabari, Oratorio San Filippo: “La parata più bella non tanto stilisticamente, ma per la complessità, che è una delle cose più difficile da preparare per un portiere, ossia l’1 contro 1 con l’attaccante, è stata a Verghera. Arrivavamo da un momento un po’ così, ed eravamo alla ricerca di punti. Eravamo sullo 0 a 0, mi trovai a tu per tu con l’attaccante lanciato verso la porta, che non sapeva se dribblarmi o calciare. Io rimasi in piedi, calciò in modo ravvicinato riuscii a distendermi e gli portai via il pallone subito. Mentre la più importante è stata ai sedicesimi di finali di Coppa, quando parai il terzo rigore. Per settembre ci sono parecchie incertezze per tutto, non solo a livello sportivo. A quanto pare bisogna attuare dei protocolli che al momento non sono disponibili, a oggi sicuramente non si può ricominciare nulla: bisogna anche vedere l’andamento dei contagi. La voglia di ricominciare c’è, io mi appresterei alla mia 19esima o 20esima stagione in prima squadra: bisogna però capire cosa avverrà. Molte società magari non potranno iscriversi, chissà”.

Luca Bressan, Rancio: “La mia è stata una stagione di alti e bassi, soprattutto di piccoli infortuni che non mi hanno permesso di avere una costanza. C’è una partita in particolare dove una mia parata ha tenuto il risultato di vantaggio per e, successivamente, siamo andati a vincerla. Biandronno – Rancio 1 a 1: manca si o no una ventina di minuti alla fine della partita; calcio d’angolo per loro battuto dalla mia sinistra con la palla direzionata fra il dischetto del rigore e l’area. Esattamente lì si trova un loro centrocampista che, coordinando alla perfezione colpisce la palla in rovesciata, piena. Forte. In un attimo mi trovo a deviarla sopra la traversa alla mia destra con la mano di richiamo. Io personalmente ho un po’ più di timore nel riprendere l’attività sportiva perché sono un soggetto diabetico, quindi con più probabilità di contrarre il virus. Al di là di questo, penso che sia importante la salute e la salvaguardia di ognuno di noi. Le normative spero che cambieranno da qui a settembre, me lo auguro. Il calcio è la mia passione, ho ancora qualche anno da giocare e vorrei riprendere il prima possibile. Mancano gli allenamenti, manca il gruppo e manca soprattutto la domenica”.

Simone Succi, Biandronno: “Non ho una parata più bella in particolare, ma me ne sono piaciute due fatte entrambe contro la Valcuviana. La prima sullo 0 a 1 per loro e la seconda sul 2 a 2 di istinto a partita quasi finita. Mi piacerebbe che a settembre si tornasse a giocare anche se dubito fortemente che possa accadere. Se si dovesse riprendere spero solo che si possa fare con il pubblico, senza probabilmente mancherebbero le motivazioni per giocare”.

Gabriele Tedesco, Casport: “La mia parata magari non più bella ma significativa che ricordo sempre e mi fa emozionare ancora è il rigore parato contro il France Sport, vicino al 90esimo dove abbiamo vinto 1 a 0. Riguardo alla possibilità di riprendere a settembre la vedo molto dura se le restrizioni in vigore sono queste, restrizioni che fanno fatica a rispettare i professionisti: spero che riinizi in ogni caso a settembre perché il calcio mi manca. Non cambierà assolutamente il modo di vedere il calcio, aspetterò con ansia le decisioni della Lega per la prossima stagione”. 

Alessandro Gentilucci, Union Oratori Castellanza: “La miglior parata è stata nella gara di andata contro il Marnate Nizzolina: smanacciata di istinto in controtempo su colpo di testa durante un calcio d’angolo. Sono dubbioso sulla ripartenza a settembre perché, con le solite tempistiche, significherebbe partire già da agosto con la preparazione e, attualmente, soprattutto in Lombardia, è difficile fare previsioni a media durata. Compatibilmente con gli impegni lavorativi io vorrei ricominciare, sembrano passati secoli dall’ultima partita! L’inizio sarà sicuramente pieno di sensazioni strane, d’altronde in questo momento mi sembra strano anche solo andare a correre. Penso però che dopo poche settimane tutto tornerà come prima. Il mio modo di vedere il calcio penso rimarrà inalterato: per me è un mezzo per divertirmi, migliorare e togliermi anche qualche soddisfazione”. 

Silvia Galli

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