Forte dell’affiliazione con la Scuola Calcio Juventus, il settore giovanile del Gavirate ha come grande obiettivo l’educazione e la crescita dei ragazzi, condizione sine qua non per vincere a tutti gli effetti. A spiegarci questo importante progetto è il presidente Massimo Foghinazzi, che ha anche delineato un quadro della complessa situazione economica innescata dall’emergenza sanitaria, forte impedimento a una serena programmazione del futuro.

Cosa pensa dell’opzione dei voucher proposta dal decreto Cura Italia?
“Le questioni governative sono pura burocrazia e indipendentemente dal decreto la nostra posizione è chiara e semplice: se la stagione si è fermata a metà e gli atleti hanno pagato la stagione completa, è normale che daremo dei buoni da scontare sulla prossima retta. Ma è chiaro che le imprese sportive, che hanno sempre pagato le tasse, in questo momento di difficoltà generale hanno bisogno di aiuto. In attesa di capire cosa farà il governo e la FIGC per venire incontro alle società in questo momento di crisi profonda, abbiamo deciso di anticipare delle scelte importanti facendoci carico con responsabilità delle seguenti iniziative a sostegno di tutte le famiglie. Dopo aver garantito la restituzione della quota parte annuale non goduta per la stagione 2019/20, abbiamo deciso di dare risposta alla crisi, sostenendo tutte le famiglie iscritte al Gavirate Calcio, applicando uno sconto del 70% sulla retta della nuova stagione 2020/21″.

Economicamente come siete rimasti d’accordo con istruttori e collaboratori?
“Nei miei cinque anni come presidente ho sempre cercato di contornarmi di persone intelligenti e ora non si può fare altro che usare il buon senso. Chi ruota intorno al mondo del calcio lo fa per passione, perché una società dilettantistica non è come un’azienda che fa guadagnare soldi. In una situazione di questo tipo che ha bloccato tutta l’Italia abbiamo naturalmente onorato gli impegni presi e ragionando a 360 gradi ci siamo messi d’accordo con gli istruttori in modo corretto”.

In questo momento quanto è difficile pensare al futuro?
“È molto difficile perché non sappiamo cosa ci riserverà il domani. Senza gli incassi di tornei, camp e feste, sarà dura ricominciare e anche quando riapriremo il bar dovremo operare in modo diverso e probabilmente le persone avranno paura. Non sappiamo se i partner che sostengono economicamente il nostro progetto ci saranno ancora e se i genitori iscriveranno i loro figli o preferiranno tenerli a casa. Il cambiamento sarà enorme, forse peggio di quello che possiamo pensare, e l’unica possibilità di salvezza resta il governo, che a mio avviso dovrebbe sospendere la tassazione e dare incentivi a fondo perso. Teniamo conto che per le iscrizioni al campionato si arrivano a pagare anche 20000 euro alla Federazione ed è chiaro che di fronte a un anno del genere qualcuno dovrebbe darci tranquillità e trovare una soluzione intelligente per sostenere le società sportive, senza trattarle indistintamente, perché le dinamiche di chi ha 300 tesserati non sono le stesse di chi ne ha 10. Questo discorso dovrebbe valere anche per i contributi di 600 euro agli autonomi, perché le aziende hanno spese e fatturati diversi e il sostegno dovrebbe essere in funzione delle capacità contributive. Penso che nel momento in cui si interviene bisogna farlo in modo efficace, senza illudere la gente; altrimenti è molto probabile che ci dovremo arrangiare”.

Seppur interrotta a due mesi dal termine, la stagione delle squadre giovanili è stata positiva?
“Sì, siamo molto soddisfatti perché quest’anno abbiamo aumentato le iscrizioni dei ragazzi di quasi 100 unità, arrivando a tesserarne oltre 300. Siamo sempre in crescendo e abbiamo anche svolto la prima stagione ufficiale con la Scuola Calcio Juventus. È una collaborazione importante perché non si tratta di un progetto per così dire commerciale, che vende un kit e fa pagare la quota di affiliazione, ma di una vera e propria scuola gestita direttamente dalla Juventus, con risorse per formare istruttori e giocatori, in aula e sul campo. Questa partnership ci ha arricchito tanto in termini di competenze e conoscenze e siamo contenti della stagione perché con Juventus abbiamo rafforzato un progetto in cui credevamo già, incentrato sull’aspetto educativo. Per noi è importante che i ragazzi si comportano in un determinato modo, così come i genitori, e infatti abbiamo un dialogo aperto con iscritti e famiglie in cui spieghiamo i nostri obiettivi e il nostro modo di pensare. Ad esempio, i ragazzi hanno l’obbligo della divisa, devono presentarsi in ordine, in trasferta devono lasciare gli spogliatoi puliti, e così via. Juventus ci insegna che dobbiamo essere i migliori prima del calcio d’inizio e dopo il triplice fischio, finché non lasciamo le strutture. Possiamo farlo tranquillamente perché bastano buona volontà e impegno. Sul campo si cerca di giocare per vincere, sapendo che si può anche perdere, invece la partita fuori dal campo non si può perdere perché in quel caso la tecnica e la fortuna non contano e l’unica carta vincente è l’educazione. A conferma di questo percorso, organizziamo riunioni con le famiglie, a inizio stagione e prima di Natale, in cui condividiamo le nostre linee guide e indicazioni, e a fine campionato ci ritroviamo per fare il punto della situazione. Durante l’anno abbiamo anche una persona dedicata che al lunedì per due ore e mezza accoglie le riflessioni e le problematiche dei genitori. Devo dire che grazie a questo approccio sto riscontrando molte soddisfazioni e quando vado alle partite fuori casa noto le differenze tra i comportamenti dei genitori delle altre squadre e i nostri, a cui diciamo in modo chiaro che non vogliamo facinorosi, perché il tifo deve essere educato e in campo l’unica voce autorevole è quella dell’istruttore. Quanto ai ragazzi, lavorare con loro è delicato perché hanno bisogno del giusto equilibrio per crescere. Devono capire che anche perdere è importante, che i più forti devono giocare anche con i meno bravi e che questi non devono sentirsi inferiori ma sapere che possono migliorare. Al giorno d’oggi difendere questi concetti è difficile, però con la Scuola Calcio Juventus abbiamo una sinergia perfetta e siamo d’accordo sul fatto che l’educazione resterà sempre la base per diventare dei veri campioni”.

Silvia Alabardi

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