Tanti hanno già cominciato a chiedersi cosa ci lascerà questa terribile e tragica esperienza. Giriamo questa domanda e questa riflessione a Gianluca Gardelli, il funzionario che il Comune di Varese dal 2019 ha messo a capo di quell’area che proprio uno di noi, uno tra  i “Prealpini” più illustri, ha inventato e regalato tanti anni fa al nostro Paese: Giuseppe Zamberletti. La Protezione Civile è entrata nel cuore di tutti gli italiani, per merito dell’altruismo, delle gesta più coraggiose che hanno visto e vedono i volontari affrontare l’acqua e il fuoco, soccorrere popolazioni martoriate da terremoti e altre calamità. Sono ancora vive nei nostri occhi le immagini dei volontari che per giorni hanno combattuto quei terribili incendi che ci hanno rubato migliaia di alberi dei nostri magnifici boschi, aiutati dal cielo dagli “angeli” della pioggia a bordo dei Canadair.

Ebbene Gardelli, tra i tanti quale è l’insegnamento che di deve lasciare questo maledetto virus?
“Il principio di autoprotezione! Quando questa emergenza finirà non dovremo dimenticarci di quello che abbiamo fatto e come lo abbiamo fatto. All’inizio dell’epidemia non vi era una precisa percezione di quello che stava accadendo e solo un mese fa nessuno avrebbe mai immaginato di poter perdere in pochi giorni uno dei cardini su cui poggia la nostra vita… la libertà! Ci sono volute le immagini delle terapie intensive per capire che stare a casa non era un invito ma l’unico sistema ma proteggerci e salvarci. Quando si tornerà alla frenesia della nostra quotidianità, bisognerà trovare il modo per educarci ed educare alla autoprotezione, ad abituarci a saper rispondere con una educazione individuale alle emergenze, educazione che deve tendere prima di tutto al rispetto delle regole. In Emilia Romagna, prima ancora di questa emergenza, si sono già organizzate e tenute riunioni di quartiere e lezioni nelle scuole su questi temi.

Varese come sta rispondendo all’hastagh “io resto a casa”?
“Tutto sommato direi bene. I dati in nostro possesso ci indicano una flessione degli spostamenti ma ci auguriamo e auspichiamo che il rispetto dei divieti venga mantenuto senza abbassare assolutamente la guardia! Da parte nostra il Sindaco Galimberti ha avviato dal 22 gennaio il COC (Centro di Coordinamento Comunale) che vede costantemente in contatto tra di loro lo stesso Sindaco affiancato da cinque dirigenti comunali, le forze dell’ordine presenti sul territorio e il coordinatore dei Volontari della Protezione Civile, Gianluca Siciliano”.

Allora proprio a Siciliano abbiamo chiesto informazioni sull’attività in questo momento di emergenza.
“I nostri volontari oggi sono impegnati anzitutto nell’aiuto di quella parte di popolazione che ha difficoltà a compiere quelle azioni che definirei “primarie”: procurarsi il cibo e i medicinali. Ogni giorno riceviamo decine e decine di richieste in tal senso da parte di anziani, disabili o comunque di chi si trova nell’impossibilità di muoversi per raggiungere farmacie e supermercati, così come veniamo chiamati da parenti e congiunti di chi si trova ricoverato in ospedale o in casa di cura ed ai quali si deve far pervenire cambi di biancheria, ecc.. Con alcuni supermercati in particolare abbiamo aperto una sorta di “corsia preferenziale” che ci permette di rispondere velocemente alle richieste. In pratica riceviamo alla nostra centrale (operativa dalle 9 alle 19 con due linee telefoniche 0332 329372 e 0332 310921) le chiamate di aiuto, immediatamente attiviamo i nostri uomini per ordinare e ritirare i generi richiesti e portarli a domicilio. Per molti di loro è un modo di vedere qualcuno e scambiare qualche parola di conforto, nel rispetto delle distanze di sicurezza indicate dai noti decreti in vigore”.

Quali sono le vostre forze in campo?
“Attualmente contiamo trenta volontari e questo mi permette di riflettere sul fatto che purtroppo stanno vendo a mancare nuove “vocazioni”.  Mi auguro che superata questa crisi si avvicinino alla Protezione Civile forze nuove. I requisiti sono semplici: avere dai 18 ai 65 anni ed una buona salute. Lo stipendio è pari a zero, i sacrifici tanti ma in compenso le soddisfazioni impagabili, oggi riassunte dalle tante letterine che riceviamo dai bambini, o dagli occhi rossi dalla commozione degli anziani a cui portiamo il cibo o le medicine! Non posso poi non ricordare che quattro di noi spengono quest’anno le 30 candeline di appartenenza al dipartimento. Oltre al sottoscritto, Ettore Gravina, Carlo Botti e Luca Campiotti”.

Non posso non chiedere anche a lei un appello.
“Con i nostri mezzi giriamo giornalmente le vie della città e francamente penso che si possa fare ancora meglio. Abbiamo incontrato persone che stavano andando in tabaccheria per comprare i francobolli o altre che giornalmente si recano al supermercato per comprare il latte. Se vogliamo uscire prima da questa situazione surreale dobbiamo stare a casa!”.

 Ambrogio Baj