Sono tante le categorie che, nonostante l’emergenza Coronavirus, continuano a lavorare per garantire a tutti i servizi essenziali. Sono i medici di base, gli infermieri, i farmacisti, i postali, coloro che lavorano nei supermercati e in banca, di cui abbiamo raccontato le rispettive storie nei giorni scorsi, e rientra in questo gruppo anche chi presta servizio in un aeroporto di Malpensa quasi deserto in qualità di guardia giurata, come succede a Serena De Momi.

serena de momi guardia giurata malpensa 2Qual è il tuo ruolo?
“Insieme ai colleghi, verifichiamo che i bagagli vengano smistati nel modo giusto prima di essere imbarcati sull’aereo, ci assicuriamo che, una volta scese le persone e le valigie da un aeromobile appena atterrato, nessuno si avvicini o manometta l’aereo e, inoltre, siamo impegnati nel controllo radiogeno delle merci che arrivano. Il nostro lavoro abituale è questo, ma ora è un po’ diverso”.

In che modo il tuo lavoro è cambiato da qualche settimana a questa parte?
“I voli passeggeri sono passati dai più di 250 di una giornata standard agli attuali 5 o 6 al massimo. Vedo partire o atterrare soltanto voli con italiani che ritornano in Italia dall’estero o cittadini stranieri diretti ai rispettivi Paesi d’origine, soprattutto in estremo oriente. Oltre a questo, arriva a Malpensa tantissima merce”.

Di che cosa si tratta?
“Sono per lo più grandissimi quantitativi di mascherine, camici, tute protettive e disinfettanti che vengono subito portati negli ospedali lombardi. Ci sono anche molti pezzi di ricambio o pezzi che servono alle grandi industrie della zona, ma non mancano di certo i materiali spediti da Amazon. Non è vero che Amazon in queste settimane non recapita più i propri prodotti, anzi, ce ne sono veramente tanti”.

Come ti proteggi mentre lavori?
“Cerco di mantenere quanto più possibile la distanza dai colleghi e indosso sempre la mascherina e i guanti. All’inizio di questa epidemia siamo stati attrezzati con mascherine e guanti che, però, via via sono andati esaurendosi tanto che al momento scarseggiano. Ci dobbiamo arrangiare e provvedere privatamente all’acquisto. Io, ad esempio, uso le mascherine che produce mio papà nella sua ditta”.

Cioè?
“Lavora al Ricamificio Amalfi di Casorate Sempione e normalmente la sua azienda confeziona tessuti per l’intimo. In questa situazione di emergenza, ormai da quasi un mese la produzione è stata riconvertita a mascherine. Lavorano senza sosta per fare quante più mascherine possibili”.

Tornando a te, che clima c’è in aeroporto?
“Lavoro come guardia giurata in aeroporto dal 2008 e non ho mai visto Malpensa così. Il Terminal 1 è completamente chiuso e il Terminal 2 è a scartamento molto ridotto. É un enorme spazio praticamente vuoto, con le luci spente e i negozi chiusi. Nemmeno in piena notte è mai stato così. Speriamo di rivederlo presto popolato. Si vocifera che da fine aprile qualche compagnia possa tornare a volare su Malpensa, ce lo auguriamo tutti”.

Hai avuto una riduzione sensibile del lavoro?
“Ho un part-time e di solito lavoravo sei giorni alla settimana per 5-7 ore al giorno e riposavo i successivi due giorni. Ora, invece, sono in servizio per non più di 3-4 ore quotidiane su cinque giorni settimanali. Molti dei miei colleghi sono in ferie o in congedo, mentre io continuo a lavorare. Nonostante tutto e i rischi che corro ogni giorno, mi ritengo fortunata”.

Laura Paganini

– Gli altri eroi silenziosi PARTE 1. I lavoratori dei supermercati
– Gli altri eroi silenziosi PARTE 2. La Protezione Civile
– 
Gli altri eroi silenziosi PARTE 3. I farmacisti

– Gli altri eroi silenziosi PARTE 4. I postali
– Gli altri eroi silenziosi PARTE 5. I medici di famiglia
Gli altri eroi silenziosi PARTE 6. I bancari