Questo nefasto 2020 si avvicina alla fine. L’anno che passerà alla storia, e speriamo che sia l’unico, per la pandemia di covid-19 che ha colpito il mondo intero si avvia lemme lemme verso l’epilogo. Un’annata che ha segnato il mondo dello sport in maniera particolare, rendendo praticamente impossibile lo svolgersi di quell’istituzione che da sempre è una delle massime espressioni emotive della vita umana.
Questo assume ancora più valore quando parliamo di sport fatto da persone che hanno disabilità ma che hanno fatto di questa un valore aggiunto della loro vita e ne danno dimostrazione ogni giorno praticando sport anche a livelli molto alti per le loro categorie. Un esempio di questo impegno e dedizione è da sempre la Handicap Sport Varese, società di pallacanestro, colpita anch’essa dalle restrizioni covid, ma che ripartirà, se tutto andrà bene, il 23 gennaio con la prima gara del campionato di Serie B con il grande obiettivo di raggiungere la Serie A, sfumata solo causa blocco dei campionati lo scorso anno, come racconta il presidente della società Carlo Marinello.

Come avete affrontato questi lunghi mesi di lockdown e come vi state preparando al ritorno al campionato?
“La sospensione dei campionati, decisa dalla Federazione, è stata una decisione giusta a parer mio, vista la situazione di febbraio e marzo. Vista la particolarità degli atleti che noi abbiamo, che sono soggetti anche ad altre patologie, direi che è stata una mossa saggia. Da parte nostra c’è stato rammarico in quanto avevamo vinto tutte le partite ed eravamo una delle squadre che avrebbero potuto sicuramente tornare in Serie A. Ovviamente il lato sportivo, con tutto quello che è successo, lo abbiamo messo un po’ da parte. Ci ritenteremo quest’anno anche se la formula del campionato è stata resa un po’ diversa e ridotta. Noi siamo stati fermi con l’attività dal primo blocco dei campionati fino all’inizio di settembre con il gruppo storico di italiani. Ora ci stiamo allenando regolarmente tre volte a settimana e riprenderemo il campionato, se tutto va bene, il 23 gennaio”.

Che formula avrà il nuovo campionato di Serie B?
“La formula è stata rivista per limitare gli spostamenti, essendo un campionato che si svolge a livello nazionale. Il torneo è stato diviso in tre fasi, con una prima che vede 6 gironi fatti in base al criterio della vicinanza geografica delle squadre, dopodichè le prime due di ogni girone andranno ad incontrarsi via via fino a rimanere in due formazioni che saranno promosse nel prossimo campionato di Serie A. Avremmo dovuto partire alla fine di novembre ma purtroppo le cose non sono migliorate e quindi si è rimandato il tutto all’anno nuovo”.

Quali limitazioni, in base ai diversi protocolli ha subito la vostra attività, vista anche la particolarità degli atleti che svolgono le attività settimanali?
“Il nostro è un campionato nazionale, quindi applichiamo alla lettera il protocollo FIP per i professionisti. All’inizio avevamo un po’ di limitazioni causa un’ordinanza di Regione Lombardia che vietava gli sport di contatto, limitandoci ad allenamenti sulla preparazione fisica e sulla tecnica. Adesso la normalità degli allenamenti è quasi totale, nell’ottemperanza delle norme vigenti quindi misurazione della febbre, autocertificazioni, tamponi ogni quindici giorni. Quando ci saranno le partite ci saranno una serie di accorgimenti da rispettare che sono quelli indicati nel protocollo FIP che sono applicati anche a noi”.

In questo periodo di preparazione al campionato, avete la possibilità di fare gare amichevoli o no?
“Potremmo farle, ma noi come società abbiamo preferito di no. Tutto questo per evitare pericoli o di creare problemi sia a noi che ad altre squadre. Arriveremo all’inizio del campionato senza amichevoli però bisogna fare di necessità virtù”.

Quali aspettative avete per la stagione?
“La pandemia ha condizionato un po’ anche la composizione della squadra, nel senso che si fa molta più fatica ad avere ad esempio atleti stranieri in gruppo. Noi l’anno scorso avevamo due inglesi ed un brasiliano che non abbiamo potuto confermare per le difficoltà di trasporto legate al covid e per il discorso Brexit dei due inglesi che risultavamo extracomunitari e ad oggi per il campionato di Serie B non erano tesserabili, anche se oggi sarebbero tesserabili perché la Brexit è stata spostata con annesse conseguenze. Quindi ad oggi abbiamo un roster di soli italiani, non magari dello stesso livello dello scorso anno, ma comunque possiamo giocarcela. Non so dare una percentuale di possibile promozione, dovrei vedere bene anche come sono formate le altre squadre e conoscere due new entry del nostro girone Verona e Vicenza che lo scorso anno non c’erano. La speranza e la voglia sono quelle di andare in Serie A, poi sarà il campo a parlare”.

Alessandro Burin

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