“Aspettando il Varese” ci ha portato ad incontrare anche Aldo Cerantola, arrivato a Varese nel ’79, in Serie C, ha fatto parte di quel Varese che agli inizi degli anni ’80 tanto ha fatto in Serie B. Un gruppo di ragazzi che sono rimasti nel cuore dei tifosi. Stagioni indimenticabili culminate con la mancata promozione in Serie A. Il casino organizzato di Fascetti, che ha rivoluzionato il calcio e a cui è mancata solo la ciliegina sulla torta.

Domanda d’obbligo è quel Lazio-Varese…
“Sono cose sepolte perché ormai il diretto interessato non c’è più (si riferisce all’Avvocato Colantuoni ndr). L’unico dispiacere è che quella gara ha portato alla rottura tra Fascetti e la società. Dopo un campionato fatto al vertice venire a sapere determinate cose fa male. Sono cose che succedono e sfortunatamente continuano a succedere”.

Hai smesso di giocare ed hai iniziato allenare: Venezia, Licata, Reggina, Arezzo e Nocerina sono solo alcune delle formazioni che hai guidato.
“Dopo il calcio giocato ho allenato. Purtroppo, per me, è di una difficoltà unica parlare alla gente. I giocatori di oggi sono troppo permalosi, ho tenuto duro diversi anni ma poi ho detto basta e mi è dispiaciuto perché mi piaceva. Nel calcio al di là dei valori umani ciò che conta è il risultato finale e poche persone apprezzavano il mio lavoro. Finita la carriera da allenatore sono tornato a casa e ho cominciato a collaborare qui vicino, al Cittadella come osservatore”. Qui a Cittadella dove c’è come vice allenatore un altro grande ex del Varese Calcio: “Gorini prima di tutto è un uomo, merce rara in questo mondo”.

Per ritornare a quel Varese dei tuoi tempi, qual è stata l’arma vincente?
“A mio avviso c’era una società che aveva piena fiducia nella guida tecnica. Alla base c’era un lavoro eccezionale del settore giovanile: bastava che un giovane mostrasse qualcosa in più nel settore giovanile e Fascetti gli dava subito un’opportunità in prima squadra”. 

Le cose a Varese non sono andante bene nel recente passato, quale può essere la possibile soluzione?
“Bisogna essere razionali e pensare che partire dal basso possa essere un grande vantaggio. E’ necessario trovare un personaggio che con un’organizzazione e una testa, tralasciando i soldi, prenda la guida e porti avanti un progetto”.

Un augurio per il tuo futuro
“Per uno che è riuscito a stare nel mondo del calcio, che è quello che ogni bambino sogna, l’obiettivo è tornarci e poi continuare a restarci”.

Michele Marocco & Mavillo Gheller
Testi a cusa di Roberta Sgarriglia