I più lo ricorderanno come triplettista nella finale di Coppa dei Campioni del ’69 (quella in cui il Milan fece barba e capelli ai prodromi dell’Ajax che avrebbe incantato l’Europa da lì a un biennio). A Busto invece, la memoria di Pierino Prati (scomparso ieri all’età di 73 anni) è legata ad una delle tante stagioni eccentriche della Pro Patria anni ’90. 1990/91, i biancoblu del folkloristico presidente Filippini vanno a caccia della C persa nell’88. Guida tecnica affidata a Prati reduce da una promozione in C2 con la Solbiatese e da un secondo posto con il Bellinzago. L’esperienza allo “Speroni” non va però al di là delle 20 giornate. In cui vengono fatturate 6 sconfitte e maturano rapporti disfunzionali nello spogliatoio. Dopo l’avvicendamento in panca con Falsettini, la Pro chiuderà quarta quel campionato di Interregionale. Quella tigrotta sarà anche l’ultima esperienza da allenatore dell’ex Pierino la peste.                   

Nato a Cinisello Balsamo il 13 dicembre 1946, Prati è stato uno degli attaccanti icona dell’Italia autarchica post Corea del ’66. Al Milan beneficiario del ruspante pragmatismo di Rocco e degli assist di Rivera (in rossonero vinse uno scudetto, 2 Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, un’Intercontinentale e 2 Coppe delle Coppe), mentre in Nazionale (dove fu Campione d’Europa nel ’69 e vicecampione mondiale nel ’70), visse nell’epoca di un altro 11 fuori scala (il più grande della storia tricolore), Gigi Riva.     

Alla famiglia di Pierino Prati le condoglianze della redazione di Varesesport.

Giovanni Castiglioni     

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