Il fermo di tutto lo sport ha bloccato anche l’attività dell’Asd Traguardo Tecnica che, con i suoi allenamenti di tecnica calcistica svolta a livello individuale o a piccoli gruppi, ha saputo nel corso degli anni porsi come punto di riferimento a livello territoriale per molti giovani giocatori animati dalla voglia di migliorare le loro abilità con il pallone. Ecco come sta vivendo questo momento particolare Alessandro Ferraresi, uno dei due fondatori insieme a Pierluigi Gennari.

Quando avete terminato i vostri allenamenti di tecnica calcistica?
“L’ultimo allenamento lo abbiamo svolto sabato 22 febbraio. Anche se nei primi provvedimenti regionali e del governo nazionale venivano lasciati spiragli per portare avanti l’attività, abbiamo preferito fermarci per tutelare i nostri ragazzi di fronte a una situazione di incertezza”.

traguardo tecnica ferraresi 03State mantenendo il contatto con i vostri ragazzi?
“In questo momento i social ci aiutano e ci danno modo di mantenere il contatto con le famiglie e i ragazzi. Attraverso questi canali stiamo cercando, in particolare con i più piccoli, di far sentire una presenza prima di tutto affettiva e poi calcistica. Nello specifico, quasi giornalmente, sottoforma di gioco, di sfida, chiediamo lo svolgimento di un particolare gesto tecnico e l’invio del video. Una volta raccolti i video li uniamo in un filmato unico. La finalità è di carattere affettivo e motivazionale, cerchiamo di stimolare i nostri ragazzi nel tenere viva la voglia di migliorarsi”.

Come stanno reagendo le famiglie alla situazione e alle vostre proposte?
“Dalle famiglie emerge da una parte la giusta preoccupazione per il momento e dall’altra la situazione problematica nel dover formare la giornata dei propri figli. Proprio in questa chiave, le nostre proposte sono accolte con favore e partecipazione perché contribuiscono a riempire il tempo dei bambini e ragazzi attraverso la pratica motoria e ludica”.

In questo momento, la comunicazione attraverso i social e le tecnologie sta surrogando il rapporto umano diretto: quali sono i limiti maggiori che riscontra?
“Il rapporto umano è alla base della nostra attività. Nel nostro territorio siamo stati i primi, io e Pierluigi Gennari, a progettare una realtà improntata unicamente sull’apprendimento della tecnica calcistica. Nello svolgimento del percorso individualizzato che i ragazzi fanno con noi, il rapporto di fiducia, di affetto che si crea passa attraverso il costante rinforzo positivo e motivazionale, le correzioni e le attenzioni che diamo durante gli allenamenti. Ecco questo aspetto, ripeto fondamentale, manca, ma adesso ben vengano le possibilità offerte dei social seppur con i limiti appena elencati”.

traguardo tecnica ferraresi 02In queste settimane di fermo delle attività, la tecnica individuale caratterizza molte delle proposte che allenatori e società rivolgono ai propri tesserati. A suo avviso che spazio deve avere l’allenamento tecnico, all’interno di un percorso di formazione del giovane giocatore?
“I nostri allenamenti di tecnica individuale si basano su conoscenze di dettaglio che sono frutto di un aggiornamento continuo caratterizzato da studio teorico e pratica sul campo che io e Pierluigi portiamo avanti da tanti anni. Spero che questa pausa forzata, permetta di rivedere alcuni canoni di allenamento, per i quali, in Italia, si tende a considerare un ragazzo 14 anni, quindi con l’inizio del settore agonistico, un giocatore già formato con il quale lavorare prevalentemente su aspetti fisici e tattici appartenenti a un calcio adulto. Tale visione impoverisce e penalizza la formazione del giovane giocatore che, in un’ottica di percorso, deve poter prevedere il tempo da dedicare anche alla tecnica individuale, come a tutti gli altri ambiti”.

Come valuta la decisione di rinviare le Olimpiadi di Tokyo?
“Lo sport è un’attività importante dal punto di vista educativo e fisico per i giovani e per il benessere personale per gli adulti ma, in questo momento, è giusto che si adegui alla situazione e si fermi. Sono decisioni inevitabili anche perché verrebbe a mancare lo spirito dello sport che è aggregazione e condivisione di un momento ludico”.

Chiudiamo con un messaggio rivolto ai vostri ragazzi e in generale a tutti i giovani che praticano sport.
“Invito i ragazzi a vivere questo momento come un infortunio che può capitare quando si fa sport. Durante il periodo di infortunio, si è costretti a stare fermi e si lavora mentalemente e fisicamante su se stessi, e nella privazione si accresce la passione. Usciremo dall’infortunio e, pur portandoci dietro le inevitabili conseguenze di questo periodo, potremo tornare a vivere la nostra passione con rinforzato piacere”.

UG