Chiuso questo campionato (manca ancora la certificazione, ma è chiaro che è solo una questione di tempi e di modalità), alla Pro Patria non resta che pensare al prossimo. Torneo che potrebbe però anche non ripartire ad agosto/settembre. Causa impossibilità (economica ed organizzativa) della Serie C ad  adottare rigidi protocolli anti contagio, la stagione 2020/2021 (o più semplicemente 2021) potrebbe avere un avvio procrastinato a pandemia superata (o quantomeno contenuta).
A questo proposito ieri Ghirelli ha avanzato l’ipotesi di un format condensato in 5 mesi (playoff compresi) con Gironi da 20 squadre spacchettate in 2 Divisioni da 10 ciascuna. Quindi, regular season da 18 gare con spareggi interdivisionali per l’accesso ai playoff nazionali. Solo uno dei tanti scenari prospettati. Non è detto il meno plausibile.

Sia come sia, il club tigrotto ricomincia da 7. Nel merito, Giulio Mangano, Leonardo Galli, Niccolò Cottarelli, Giorgio Spizzichino, Manuel Lombardoni, Tommaso Brignoli e Filippo Ghioldi. Cioè, i biancoblu che dispongono di un contratto con scadenza posteriore al 30 giugno 2020. Gruppo a cui sommare Stefano Molinari che anagraficamente entra nella possibilità di firmare un accordo da professionista. Da loro Sandro Turotti (appena rinnovato fino al 2022 a testimonianza di una gestione tecnica chiaramente appaltata al biellese), getterà le basi per la nuova Pro Patria.

Che avrà in panchina il suo primo (e principale) punto interrogativo. Sarà ancora Ivan Javorcic (sotto contratto sino al 30 giugno) il tecnico cui affidare gli obiettivi stagionali? A poco più di 3 anni dal suo approdo in via Cà Bianca (17 aprile 2017) e dopo 114 partite (sesto all time), lo spalatino ha risultati (indiscutibili), cursus honorum (sufficiente), carisma (consolidato) e ammiratori (parecchi) tali da legittimare una chiusura dell’esperienza a Busto per aprirne una altrove. Solo sciolto questo nodo, si potranno dipanare gli altri.

Giovanni Castiglioni