Prima ancora che la UEFA decidesse di rinviare gli Europei al 2021, il tavolo permanente sull’emergenza COVID-19 tra Lega Pro e AIC, aveva già disposto di posticipare al 3 aprile la facoltà di riprendere gli allenamenti. I presenti in conference call (i Presidenti Ghirelli e Tommasi, il vice AIC Calcagno, il segretario generale di Lega Paolucci ed il Direttore Generale di AIC Grazioli) sono convenuti sulla necessità di valutare e quantificare l’entità dei danni già subiti e di quelli incombenti. Con la ferma intenzione di condividere i sacrifici che ne seguiranno. Senza escludere la possibilità di intervenire sugli emolumenti dei calciatori. Argomento che (è persino banale prevederlo) terrà banco nelle prossime settimane dalla A in giù. Rendendo ancora più urgente la riforma della Serie C nella matrice di semiprofessionismo e defiscalizzazione. Lo sciopero di fine dicembre andava già chiaramente in quella direzione. E se allora poteva apparire come un’opzione, oggi (alla luce della contingenza), risulta definitivamente un obbligo.
Intanto, i possibili scenari del nuovo inizio del campionato fanno riferimento alle date (più o meno ottimistiche) dei weekend del 2, 9 e 16 maggio. Salvo non posticipare la chiusura oltre il 30 giugno. Ma in questo caso servirebbe un intervento normativo della FIFA a tutela della contrattualistica in scadenza. Materia giuridicamente aggrovigliata e di non facile soluzione.
Intervenuto ieri sera a Sportitalia, il presidente Ghirelli ha mostrato comunque fiducia: “La salvaguardia della salute è la cosa più importante, il calcio oggi passa in secondo piano. L’obiettivo, in ogni caso, è quello di finire i campionati per la massima regolarità. Scelte di cuore e di speranza”.
Giovanni Castiglioni