La liturgia dell’infrasettimanale presuppone veloce occhiata allo specchietto retrovisore prima di riprendere la marcia in avanti. La vigilia del match con il Piacenza (ore 15, stadio “Garilli”), non deroga alla norma.
Con Ivan Javorcic (out per squalifica e quindi surrogato dal vice Sala), concentrato più sul domani che sull’altro ieri: “Si va avanti, cercando di chiudere il capitolo pensando al presente. Non c’è nessuna trasformazione in atto. Prendiamo quello che la partita contro la Pro Sesto ci ha dato e ci concentriamo su ciò che dobbiamo fare domani a Piacenza. Una squadra che ha cambiato rispetto all’anno scorso ma che sarà diversa rispetto a quella che abbiamo incontrato a inizio estate in amichevole. Ha fatto innesti importanti, con giocatori di categoria, gioca in una determinata maniera e sicuramente, come tutte le partite di questo Girone, si vedranno tematiche interessanti in campo”.

Da un 4-3-3 all’altro. Quello di Manzo (inteso come Vincenzo tecnico degli emiliani), presuppone aggiustamenti già metabolizzati dallo spalatino: “Ogni squadra ha le sue caratteristiche e modo di essere. Noi cercheremo di imporre quello che è il nostro pensiero, il nostro gioco. Vogliamo cercare di essere efficaci nella produzione del gioco per creare occasioni da rete come stiamo facendo e, allo stesso tempo, rompere l’idea di calcio dell’avversario. La nostra pressione alta? E’ complesso organizzarla nel modo in cui giochiamo noi. Ci sono più meccanismi da rispettare e strategie diverse da mettere in atto. Gli automatismi variano anche in funzione del centrocampo, delle caratteristiche dei giocatori e delle idee di gioco degli avversari. I miei devono essere bravi a leggere la situazione che si va creare durante la gara”.

Certamente fuori Ghioldi e l’under 21 dell’Albania Kolaj, l’undici tigrotto sarà plasmato da valutazioni tecniche ed atletiche. Sperando che i tamponi non ci mettano del loro. Una delle tante variabili di un campionato ancora parecchio fluido: “E’ semplicemente livellato. Non verso l’alto o verso il basso. Cambiano solo i paradigmi. C’è grande equilibrio, molta incertezza, la classifica sarà corta e sarà molto difficile fare pronostici. Ci accompagna una situazione incerta fuori dal campo e così è e sarà anche sul terreno di gioco”.

Giovanni Castiglioni 

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