Situazione diversa dall’Italia quella che c’è in Olanda per quanto riguarda il Coronavirus, dove i contagi ci sono, ma sono sotto controllo. Lunedì 11 maggio riapriranno le scuole elementari e medie e il lavoro continua. Cinzia Dossena, italianissima ma da anni residente ad Amsterdam, ha spiegato come si vive in questo momento nei Paesi Bassi.

Come è la situazione?
“La situazione è simile all’Italia per quanto riguarda la curva dei contagi, ma le misure di quarantena sono molto più blande. E soprattutto c’è molto meno panico. Almeno questa è l’impressione che ho avuto, confrontando le notizie sui giornali”.

Il 4 maggio in Italia è partita la cosiddetta “Fase 2”: che ne pensi delle misure che sono state adottate finora in Italia, compreso il famoso lockdown?
“Penso che siano giuste e che siano state abbastanza tempestive. Qui, per un lungo periodo abbiamo avuto l’impressione che invece il Governo non prendesse nessuna posizione e questo ha creato sicuramente incertezza e confusione”.

Anche da voi sono state adottate misure drastiche?
“Da noi è stato imposto di mantenere un metro e mezzo di distanza dagli altri, lavorare da casa a per chi fosse possibile e scuole chiuse. Però non c’è stato l’obbligo di stare chiusi in casa, è sempre stato possibile uscire, vedere persone con un massimo di tre alla volta. Mantenendo le distanze ovviamente. Non ci sono state restrizioni sui parchi e parchetti per bambini, ma i sindaci potevano decidere di chiudere determinate aree per limitare l’aggregazione. Tutti gli eventi sono stati cancellati fino al primo giugno, ma ne stanno cancellando molti di più, tipo il Gay Pride che di solito si tiene ad agosto”.

Qual è stato il tuo pensiero verso la tua famiglia e i tuoi amici in Italia?
“E’ stato difficile vivere l’emergenza da qui. La paura che qualche familiare si ammalasse e non poter viaggiare era grande”.

Cosa ti aspetti dal futuro?
“Spero che questa situazione paradossale abbia insegnato a tutti quali sono i valori davvero importanti e che si possa ripartire da lì. Ho scoperto quante cose non mi servivano e quali invece davo per scontate e non mi godevo abbastanza. Spero che questo possa per tutti gettare le basi per nuovi valori comuni”.

Silvia Galli

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