Il 4 maggio è la data che gli italiani si ricorderanno a lungo: il Governo ha dato l’avvio alla cosiddetta “Fase 2”. Ma all’estero come è la situazione? Sono tantissimi i nostri connazionali che vivono oltre confine, e la situazione nemmeno per loro è migliorata. Abbiamo sentito Silvia Zorzetto, italiana di nascita e tedesca di adozione.
Dove abiti?
“Vivo nella periferia di Dortmund in Nordrhein Westfalen, a nord over della Germania. Abito qui con mio marito e nostri due gemelli di cinque anni”.
Quanti contagiati Covid-19 ci sono in Germania?
“Poco più di 172.000 contagi con circa 7.600 morti”.
Cosa ne pensi delle restrizioni che sono state applicate in Italia?
“Mi è molto difficile comprendere realmente la situazione, perché dove vivo io, qui in Germania, la situazione pare essere abbastanza tranquilla. Leggendo però i dati italiani sono sconvolta e capisco la decisione di blocco totale, rimossa pochi giorni fa. Certo, il periodo è lungo e mi paiono in effetti eccessive le restrizioni future che si prospettano fino al 2021. Mi lascia perplessa e mi dà un po’ di rabbia il fatto che il Governo non fosse preparato a questo tipo di emergenza. Lo trovo ingiustificabile. Da anni sappiamo che la vera minaccia futura è e sarà chimica, virale o batteriologica e non mi capacito di come sia stato indebolito il nostro sistema sanitario in tutti gli anni di mala politica precedenti. Il fatto che la maggior parte degli Stati sia stato colto impreparato di certo non mi dà sollievo”.
In Germania sono state applicate le stesse regole che in Italia?
“Le restrizioni sono state applicate, ma senza proibire l’uscita all’aperto. Anzi: il Governo ha sempre spinto a far passeggiate nei boschi, senza contatti ravvicinati, a familiari dello stesso nucleo. Anche la chiusura dei negozi è stata meno serrata, ha coinvolto solo le categorie più a rischio. Ma penso che questo sia legato al diverso numero di contagi e soprattutto di morti”.
I tuoi pensieri verso i tuoi familiari e amici in Italia quali sono stati?
“All’inizio ero davvero preoccupata. Ora sono un po’ più tranquilla. Mi rattrista molto dover pensare di dover probabilmente rinunciare a vedere tutti per quest’anno e soprattutto togliere ai miei bimbi l’estate dai nonni in campagna. È l’ultimo anno in cui possono godere di ferie lunghe dato che ad agosto del prossimo anno inizieranno le elementari e non avranno più la possibilità di assentarsi. È da quest’inverno che chiedono e sognano di tornare dai nonni a San Stino. Provo davvero tanta tristezza: mi pensa molto che i nonni non possano godersi i loro nipoti e questa privazione del loro unico momento di condivisione è proprio desolante. D’altro canto sono contenta che nessuno dei miei familiari sia stato contagiato: questo non va dimenticato”.
Cosa ti aspetti dal futuro? Cosa cambierà in noi e nella società questo Coronavirus?
“Fatico a credere che tra un anno sia cambiato qualcosa, se non il terribile buco sull’economia del paese, ecco, questo sì. Mi auguro che il nostro Governo, di qualunque estrazione politica, lavori sul fortificare il sistema sanitario, e colga l’occasione per promuovere e incentivare situazioni lavorative più stimolanti e meno difficoltose. Spero che lavori per sistemare situazioni lavorative già di partenza difficoltose, come quelle dei genitori per esempio, che vedono quasi sempre la genitorialità incompatibile con il lavoro, soprattutto per le mamme su cui cade purtroppo tutto il peso di una cultura lavorativa patriarcale e poco al passo col tempo. Insomma, mi auguro che questo crash globale, che ha messo in evidenza le falle più grosse del sistema, possa anche servire a migliorare e non rimanga solo un brutto ricordo da cancellare. Troppo sognatrice? Vedremo”.
Silvia Galli