Il Coronavirus in Bulgaria è arrivato in punta di piedi fino farsi sentire in maniera più possente. Un modo di reagire che, se per alcuni versi è come il nostro, per altri se ne allontana a dismisura. Di questo periodo delicato ce ne ha parlato Alessandro Catenazzi, arrivato a Sofia 4 anni fa grazie ad un’offerta di tirocinio e oggi è il vice direttore di Confindustria Bulgaria.
La Bulgaria come sta gestendo questa situazione?
“La Bulgaria la sta gestendo in maniera schizofrenica. Mentre in Italia sono state adottate misure da tempo, qui siamo passati da pochi casi fino ad una crescita sostanziale. Il governo non ha fatto nulla fino a che, all’improvviso, ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale e ha chiuso i confini. Sofia è stata isolata e non possiamo muoverci, quindi. A livello statale ci sono pochi aiuti. Hanno introdotto la manovra 60/40 cioè l’azienda si impegna a non licenziare i dipendenti e lo stato paga il 60% dello stipendio e il restante il datore”.
Che restrizioni ci sono?
“Puoi spostarti liberamente, adesso c’è l’obbligo della mascherina, le piazze e centri sono chiusi, i ristoranti e i bar fanno servizio a domicilio e anche i negozi sono quasi tutti chiusi. Ufficialmente per chi trasgredisce c’è una multa irrisoria ma alla fine non fanno molto. Chi può lavora da casa altrimenti le aziende devono rispettare le regole di distanza e quelle igieniche”.
La gente come sta reagendo?
“Non capisce le regole imposte e la gravità della situazione, fa un po’ come vuole. Paradossalmente le chiese sono aperte e qui nel rito della comunione oltre all’ostia bisogna bere il vino da un cucchiaino che la gente si passa. Questa domenica ci sarà la Pasqua ortodossa e in molti andranno in chiesa perché è una festa sentita e così probabilmente la gente si ammalerà e i casi aumenteranno”.
Come si evolverà la situazione economica secondo te?
“La Bulgaria si stava sviluppando e la domanda interna era in crescita. La cassa integrazione non c’è da noi e infatti molti lavoratori sono stati licenziati e sicuramente molte attività falliranno, ma penso che si riprenderà in breve tempo. Per quanto riguarda l’Italia, credo che tra un mese dovrà fare conti con la parte economica e i dati che ci arrivano da Confindustria sono preoccupanti”.
Negli ospedali che situazione c’è?
“Gli ospedali sono al collasso. Nonostante l’Italia abbia un PIL più grande della Bulgaria, per assurdo quest’ultima è più ricca perché non ha debito, ma lo stato non vuole fare nulla a riguardo. Ora hanno fatto convertire la produzione di alcune aziende per realizzare mascherine ma c’è anche il problema di carenza di materiale”.
Roberta Sgarriglia