Se hai iniziato a giocare a calcio all’età di sei anni e ora di anni ne hai 40 e se, come si suol dire, la matematica non è un’opinione, allora sì che puoi dire di avere esperienza sui campi da calcio. Ma se a questo ci aggiungi anche 330 reti, l’appellativo di bomber non te lo toglie nessuno. Questo è il riassunto della storia calcistica di Valeriano Boaretto che da tre stagioni è stabile alla Jeraghese.
Un amore a prima vista quello tra Boaretto e i tifosi di Jerago che lui stesso definisce “fenomenali” e che sin da subito gli hanno fatto sentire il loro affetto. Tra un futuro a cui non vuole momentaneamente pensare e desideri da realizzare, Valeriano ha raccontato le sue aspirazioni e sensazioni su questa stagione.

Cosa ti spinge a continuare a giocare nonostante tutto?
“La cosa fondamentale è la passione, ogni volta che entro in campo è come se fosse la prima partita per me. Fortunatamente mi ha aiutato anche il fatto di non aver avuto grossi infortuni”.

Durante quest’anno in cui non si è giocato molto ti è passata l’idea di mollare?
“Sinceramente la prima volta che ci siamo fermati a marzo ho avuto paura di non ricominciare più ma non per mancanza di voglia ma proprio per timore che a livello sportivo non si riprendesse. Certo, lasciare il campionato a metà mi ha lasciato l’amaro in bocca, però non ho mai pensato di lasciare”.

Due anni fa hai raggiunto quota 300 reti in carriera, ora che obiettivi hai?
“A livello di squadra mi piacerebbe conquistare tranquillamente la salvezza e toglierci anche qualche soddisfazione. Sull’aspetto personale, invece, adesso sono arrivato ai 330 gol e direi che farne altri 20, per raggiungere i 350 gol, è eccessivo, però mi piacerebbe arrivare alla doppia cifra cosi faccio contento mio papà… mentre per accontentare mia mamma dovrei trovare una ragazza! (ride, ndr)”.

Che cosa ti piace di più della Jeraghese?
“Ho scelto di venire a Jerago perché ci avevo giocato spesso contro e ho sempre apprezzato lo stadio, “la  Bombonera”, e devo dire che i tifosi sono proprio appassionati, con i loro striscioni e cori. Sono anche molto amico di mister Murano e quando tre anni fa mi ha chiesto di venire ho accettato subito. Ma la cosa che più mi piace è il gruppo e, ancor prima di essere compagni di squadra, sono dei ragazzi magnifici. Tra di loro sono il più anziano, poi c’è il capitano Cortese tra quelli con esperienza, mentre gli altri sono giovanissimi, usciamo a mangiare fuori, non litighiamo mai e sono talmente bravi che ti mettono una voglia addosso di giocare e andare agli allenamenti senza fartelo pesare. Infine, un ringraziamento lo devo ancora al mister: lo conosco da anni e aiuta nell’unione di questo gruppo”.

Con alle spalle tanti anni di calcio, è scontato chiederti se in futuro ti piacerebbe fare l’allenatore…
“Me lo chiedono ogni tanto, ma ora come ora preferirei non pensarci. Fisicamente sto meglio adesso rispetto a cinque anni fa e quindi finché sto bene gioco senza pensare al futuro, è presto. Vedo il mister o ex compagni storici che fanno gli allenatori ed è tosta, ti fa invecchiare prima!”.

Quindi fino a quando ti vedremo in campo?
“Ancora non lo so, almeno un paio di anni. Vorrei arrivare a 350 gol ma so già che una volta raggiunti poi mi verrà la voglia dei 400”.

BoarettoJeraghese

C’è qualche gol o episodio delle stagioni passate che ricordi con piacere?
“Sono davvero tanti… posso dirti la promozione con il Carnago nel 2006 o, sempre con loro, nel 2009, la rete segnata a cinque minuti dalla fine contro il Castronno, grazie alla quale ci siamo salvati. Ma c’è anche il ricordo di quando, due anni fa, dopo aver raggiunto la cifra delle 300 reti, i tifosi della Jeraghese a sorpresa mi avevano preparato degli striscioni e in piazza avevano fatto esplodere i fuochi, mi aveva commosso molto. Stravedo per loro e loro stravedono per me. A volte rimpiango di non essere venuto qui prima”.

Questo blocco ti ha sorpreso?
“Una volta iniziato speravo di poter continuare. Già a marzo è stato un colpo però, giustamente, la salute viene prima di tutto. Ora è stato uno stop inaspettato ma fino ad un certo punto perché si vedeva la situazione com’era. A noi manca il campo ma si riprenderà quando si potrà, con tutte le precauzioni del caso”.

Ti sei fato un’idea su come sarà possibile concludere il campionato? E che Jeraghese sarà quando si riprenderà?
“Ho sentito che ci sono varie possibilità, come quella di fare un solo girone e, conoscendo i miei “colleghi di categoria” so che c’è voglia di iniziare, quindi, non penso sia un problema finire anche a giugno, giocando pure due volte alla settimana. Il calcio è una nostra distrazione dalla vita quotidiana e quindi sarei favorevole a prolungare la fine. C’è da dire che molte squadre sono più attrezzate, giocando anche da più tempo in Seconda, ma abbiamo tanti giovani di talento e a volte siamo un po’ inconsapevoli delle nostre qualità. Arrivare a metà classifica sarebbe già un bel risultato”.

Roberta Sgarriglia

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