Quando l’Italia qualche mese fa è tornata ad una normalità che per mesi è stata sconvolta dal lockdown, a Gemonio, esattamente il 29 maggio, il Karma Caffè ha ripreso vita sotto una nuova gestione. Al comando c’è Jacopo Peruzzo, un ragazzo che, grazie alla sua giovane età e voglia di fare, ha portato una ventata di freschezza. Forse è proprio questa sua intraprendenza che lo ha spinto a fare un passo così importante dopo un periodo difficile: “All’inizio lavoravo come dipendente e già allora mi muovevo nella parte amministrativa e gestivo diverse cose. Poi mi hanno proposto di prendere in gestione il bar e ho accettato”.
Il Karma è solo all’inizio ma si è dovuto subito adattare alle restrizioni e limitazioni, soprattutto quelle dell’ultimo dpcm che, tra le nuove norme, ha imposto la chiusura di bar e ristoranti alle 18.

Che differenze hai notato nella clientela subito dopo il lockdown e ora con le ultime restrizioni?
“All’inizio la gente aveva voglia di uscire e ricominciare una vita normale. In queste ultime settimane ho notato che c’è più voglia di evadere le regole, di non rispettarle perché le persone sono stufe della situazione che si è creata. Ad esempio, in molti si rifiutano di farsi misurare la temperatura o non vogliono lasciare il proprio recapito, usato solo nel caso venisse trovato un caso di positività, e quindi se ne vanno perché non tutti i locali lo fanno. In questo periodo la clientela è diminuita ma anche a causa della chiusura alle 18”.

Parlando delle regole che il governo ha imposto, come vi siete organizzati a riguardo?
“All’inizio è stato un po’ un problema, poi è nata una collaborazione con il poliambulatorio Gemi Health & Care che ci rifornisce del materiale igienico-sanitario. Inoltre, abbiamo trovato un accordo: se un paziente fa da loro un prelievo del sangue, noi offriamo la colazione”.

Sotto il profilo economico, quanto tutto questo periodo ha colpito i vostri guadagni?
“È strana come situazione, il locale la mattina va benissimo, con la colazione siamo forti ma togliere la parte serale, degli aperitivi e il post cena ha inciso tanto sugli incassi. Ti faccio un semplice esempio: se la mattina faccio 200 caffè e incasso 200 euro, quello stesso guadagno lo ottengo facendo solo 40 spritz ed è ovvio che ora è una perdita. Nei week-end organizzavo diversi eventi anche con dei deejay di Varese e ora non lo possiamo più fare”.

Naturalmente non sei un esperto in materia ma pensi che siano state prese delle buone misure o pensi abbiano esagerato?
“Alcune misure sono state corrette come il distanziamento, la mascherina all’interno e all’esterno del locale o il rilevamento della temperatura ma sono anche faticose perché o hai una persona apposita altrimenti il lavoro triplica. Altre restrizioni invece sono state prese senza troppa logica partendo dal coprifuoco delle 23. Non ne capisco il motivo, va bene che la gente esce maggiormente la sera ma così ti ritrovi con il pienone dalle 17 alle 18 e poi sei costretto a mandarli via”.

Se ci sarà un nuovo decreto che supponiamo vi imporrà di chiudere tutto il giorno o solo la domenica, come la vedi?
“Sarà dura sicuramente, ma dobbiamo farcela perché siamo appena partiti. Tutto il nostro settore è in crisi, è quello che ne ha risentito di più. Se ci dovessero chiudere completamente ci organizzeremo per l’asporto e inventeremo qualcosa per continuare a far vedere il locale. Se bloccheranno gli spostamenti agli over 70 ci sarà un altro calo perché durante la mattina, mentre gli altri lavorano, sono in tanti di questa fascia d’età a venire al bar. Ho parlato con il mio commercialista per quanto riguarda gli aiuti statali e so che non mi arriveranno domani ma spero arrivino presto. Non so quanto andremo avanti con questa situazione, personalmente non posso lamentarmi troppo di questo 2020 perché in quest’anno ho aperto il mio bar ma spero che il 2021 sia migliore per tutti”.

Roberta Sgarriglia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui