Il “Come ti è venuto in mente” potrebbe essere la prima e l’unica domanda di un’intervista in cui dall’altra parte del microfono c’è un giovane 33enne che fino a pochi mesi fa indossava gli scarpini per condividere le partite con gli amici e che invece, ora, quelle partite le vedrà appena oltre la linea bianca, con un fischietto al collo magari, in un ruolo mai ricoperto fino ad oggi; ma se colui che si trova dall’altra parte del microfono risponde al nome di Iani Pantelis allora sai che nemmeno una risposta così potrebbe essere banale e scontata.
Il centrocampista del Cantello Belfortese sceglie, un po’ forzatamente, a causa di alcuni problemi fisici, di porre un veto sul calcio giocato ma si tiene stretto i suoi compagni, il comunale di Cantello, quello spogliatoio, osservando tutto da un nuovo punto di vista.

I presidenti Fontana all’ultima convocazione non hanno avuto dubbi, la domanda è stata a bruciapelo: “Iani vuoi fare il mister di questa squadra?” “Me li date un paio di giorni di tempo per pensarci?”. “No, rispondici subito: si o no?”. “”.

È andata più o meno così, giusto?
Sì è andata proprio così. Mi sono trovato a colloquio con la dirigenza e c’è stata questa richiesta. In realtà inizialmente sono rimasto sorpreso dalla non conferma di mister Marchiorato, ma la società mi ha detto che la decisione era stata presa a prescindere dalla mia risposta, e così nella mia mente è scoccato un sorriso prima di quel sì”.

La seconda domanda, scontatissima, è: come l’hanno presa i tuoi amici nonché compagni di squadra fino a poco tempo fa?
Credo ci sia stato dell’imbarazzo perché anche la loro reazione è stata di sorpresa per la non conferma di Marchiorato, ma così facendo hanno messo in imbarazzo me perché in un qualche modo era come se non stessero approvando il mio sì, ma è comprensibile, in realtà io credo che i ruoli saranno un po’ invertiti, cioè sarà più complicato per loro che per me”.

Alla luce di questa scelta come ti senti?
Io sono sereno, anche se l’inizio è molto più vicino di quanto possa sembrare, nella mia testa da quel sì è scattato un desiderio misto ad esigenza di preparazione, a quel giorno devo arrivarci preparato il più possibile, anche se avrò delle lacune, anche se è la mia prima esperienza, umanamente mi sento pronto, concretamente c’è dell’altro da fare e devo iniziare a farlo”.

A questo proposito quanto pensi sia difficile tutto ciò?
Io parto da un altro presupposto, penso che nella vita non ci siano cose facili, e questa ovviamente non lo è; credo che fare l’allenatore sia anche qualcosa che devi avere nel dna e cado in piedi da questo punto di vista perché mio padre è un tecnico (allenatore del Santorini nella serie C greca, ha allenato fino alla serie B ndr), ovvio che un confronto con lui c’è già stato e lo avrò costantemente”.

Constatate le difficoltà, cosa ti aspetti invece dal punto di vista calcistico? E dal punto di vista umano?
In realtà quello che posso aspettarmi me lo deve dire la società, io sinceramente non mi pongo obiettivi da questo punto di vista, affronteremo l’annata con il massimo impegno e con la rosa che la dirigenza mi metterà a disposizione, certo a Cantello chiudiamo un ciclo di due stagioni non facili, anzi, disastrose se si guardano i presupposti da cui eravamo partiti, da un lato c’è voglia di riscatto, dall’altro c’è la consapevolezza di dover ripartire dal basso”. “Umanamente credo che nessuno abbia dato quanto avrebbe potuto dare in questi mesi, qui forse potrei essere avvantaggiato perché avendo vissuto le problematiche dall’interno so dove andare a parare e cosa è mancato, so come smuoverli, ci saranno ovviamente pro e contro ma resta il fatto che per me si tratti di una grossa opportunità, un grosso stimolo, ed un enorme momento di crescita”.

Fare il mister ti permetterà di sentire un po’ meno la mancanza del calcio giocato?
Non scegliere di fermarsi ma essere costretti a farlo non è facile, è brutto non poter decidere per se stessi ed essere costretti a prendere atto di un cambiamento che non avevi calcolato, aggiungiamoci poi che la stagione non ci ha soddisfatti, che è stata travagliata e che è arrivata pure una pandemia ad interromperla, non posso certo dire che sia stato il finale che avevo immaginato, però a questo punto vediamo se è vero il detto “Chiusa una porta si apre un portone”…”.

Che mister sarà Iani Pantelis?
Bella domanda, questo non lo so e non lo posso sapere finché non inizieremo a fare sul serio, di sicuro sarò un mister che metterà il bene comune davanti a tutto, che darà spiegazioni, che ci metterà la testa in ogni cosa, ho sempre pensato poi che un mister debba dare l’esempio, proverò a farlo anche io, proverò ad essere d’esempio”.

La “promessa” dovrebbe essere non solo che “ci metterai la testa”, ma che “quella testa” ti toccherà anche metterla a posto…
Metterò la testa a posto, forse è la volta buona (ride ndr), in realtà l’unica promessa è che ci divertiremo, questo è sicuro, ci divertiremo”.

Mariella Lamonica

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