Da oggi Ivan Javorcic non è più l’allenatore della Pro Patria. Semplice rilievo contrattuale (l’accordo siglato il 6 giugno 2019 è scaduto ieri) che lascia però (nella forma più che nella sostanza) la panchina biancoblu priva di un legittimo affittuario.
Circostanza che allo “Speroni” non occorreva dai 4 giorni intercorsi tra le dimissioni post Levico di Bonazzi (13 aprile 2017) e il successivo approdo dello spalatino (17 aprile seguente). Che un club possa essere senza tecnico il primo luglio (a maggior diritto in una stagione anomala come questa), non è propriamente una notizia. Ma seppur nel carattere transitorio, l’attuale sede vacante lascia comunque spazio ad un paio di considerazioni.

La prima riguarda la società di via Cà Bianca. Fermamente intenzionata a varare uno Javorcic IV, su basi salariali non così distanti da quelle passate, ma anche senza tirarla troppo per le lunghe. Lo scorso 13 giugno Sandro Turotti, sollecitato sui tempi di attesa (stimati in circa un mese), aveva tagliato corto: “… direi decisamente prima. Ci sentiamo spesso ma non ci siamo dati una scadenza. E’ una stagione completamente sfalsata. Come se fossimo ancora a maggio. Noi vorremmo continuare con lui. E penso che anche lui abbia voglia e stima per continuare con noi. Ma dobbiamo anche avere la correttezza di rispettare le ambizioni personali. E’ non è solo una questione di parametri economici”. Volendo mettere a tutti i costi una deadline, potremmo fissarla da qui ad una settimana. Perché il campionato prenderà il via il 13 o il 20 settembre. Perché il raduno sarà fissato tra il 20 e il 27 luglio. E perché se anche la squadra non ci arriverà nella sua compiutezza, molti dei suoi componenti andranno in ogni caso definiti prima. Attraverso scelte necessariamente condivise.  

La seconda considerazione attiene ovviamente ad Ivan Drago. Di cui non conosciamo le alternative sul piatto ma di cui sono ben note capacità ed ambizioni professionali. Al di là della solita retorica spiccia, la carriera potrebbe (o dovrebbe?) essere lontana da Busto. Ma una stagione (forse) irripetibile come la prossima con la riforma della Serie B 2021/2022 che potrebbe regalare promozioni a pioggia, rappresenterebbe un orizzonte storico per l’universo tigrotto. Da vivere (è un auspicio) in continuità con il brillante recente passato. Tutte cose che il croato sa. E che potrebbero allungare il brodo della riflessione in atto. 

A breve il nodo verrà sciolto. Con un addio o con lo Javorcic IV di cui sopra. La cui durata sarà (per evidenti ragioni economiche e di investimento), risolta in un rapporto annuale. La soluzione più opportuna sarebbe un biennale. Onde non ritrovarsi tra 12 mesi lo stesso film in sala. Ma la contingenza oggi (purtroppo), non permette ulteriori sacrifici.                     

Giovanni Castiglioni  

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