Due partite, zero gol, serve una punta. Dopo lo 0-1 con l’Albinoleffe, il sillogismo è servito. Peccato che Turotti lo sappia già visto che di attaccanti allo “Speroni” ne arriveranno (probabilmente) due. In un mercato che (salvo ognuno), si apre solo domani per chiudersi poi il 5 ottobre. Della serie, passiamo oltre.
Registrando (sul piano tecnico), una Pro Patria reloaded con più aggressività nelle mezzali (Brignoli e Ghioldi sabato dal 1’) e una difesa che prova a lasciarsi campo alle spalle. Una tendenza ad accorciare più spiccata rispetto a quanto espresso nel recente passato. Per un’evoluzione che vedremo quanto Javorcic vorrà (o meno), confermare nelle settimane (4) che ci separano dall’avvio del campionato.
Nell’attesa, mercoledì (ore 18, stadio “Olimpico – Grande Torino”), terzo test in tre estati con il Torino. Il primo al livello del mare dopo i due in altura a Bormio degli anni precedenti. Per la formazione biancoblu “una grande opportunità” (copyright dello spalatino) per misurarsi contro un avversario chiaramente fuori portata. In un contesto comunque utile a definire l’attuale dimensione della squadra.

Al prossimo incrocio, svoltare a sinistra. Stando al sito specializzato gianlucadimarzio.com, la Pro Patria avrebbe individuato in Luca Pizzul, classe ’99 con ancora un anno residuo di contratto con la Triestina, l’esterno mancino utile a colmare lo slot al momento presidiato dal solo Galli. Dopo 3 stagioni con gli alabardati (69 presenze, 40 in C e una promozione dalla D), il terzino giuliano ha giocato l’ultima in prestito al Renate (15 presenze, una rete e 2 assist). L’interesse per Pizzul si somma a quello registrato nello stesso ruolo qualche giorno fa per il ’99 ex Pistoiese Viti.

Luca Pizzul

Protocollo di bottiglia. In giornata strategico Consiglio Federale con sul tavolo la ratifica delle date ufficiali dei campionati nazionali oltre a riammissioni e sostituzioni. Convitato di pietra il protocollo sanitario oggi vigente. Un affare da (mal contati) 20/25 mila euro mensili pro club che minaccia di mettere ulteriormente in ginocchio i già esangui bilanci societari (Serie C in testa). Senza mettere nel conto le ricadute logistiche e di calendario con cui fare i conti in caso di positività. Tema da sposare con quello del possibile accesso negli stadio di una quota contingentata di pubblico. In Francia già accade, in Germania è stato disposto di mantenere le porte chiuse almeno sino a fine 2020. L’Italia (parole a parte), non ha ancora tracciato una linea guida. E’ giunto il momento di farlo.

Le discese ardite e le risalite. Sempre a proposito di tifosi, sabato i muri dello “Speroni” (grazie ad una struttura favorevole ai voyeur unica nella categoria), hanno ospitato numerosi appassionati in evidente astinenza da Pro Patria. Il segnale (comunque lo si voglia leggere), è incoraggiante. Per stare alla larga da disagi (e rischi), la prossima volta sarà però il caso di equipaggiare il perimetro con una scala d’emergenza. Perché salire è un conto, ma scendere è tutta un’altra cosa.        

Giovanni Castiglioni

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