Buttiamola sull’economico. Secondo Transfermarkt.it, 8,03 milioni di euro di valore di rosa (Juventus U23) a 2,88 (Pro Patria). Con oltre 39 milioni di euro (secondo calciomercato.com) impegnati dalla seconda squadra bianconera nel mercato in entrata della stagione 2019/20. A occhio e croce, a quella cifra a Busto non basta togliere 2 zeri. Insomma, fuori dal campo sarebbe molti a pochissimi. A favore della formazione di Lamberto Zauli, chiaramente. Sul terreno di gioco, però, potrebbe essere tutta un’altra storia. Con i biancoblu pronti a far valere numeri di altra natura.
Alla vigilia del match di Alessandria (ore 15, stadio “Moccagatta”), Ivan Javorcic riconosce lo spessore dell’avversario: “E’ un top team, una squadra completamente diversa dalle altre. E’ un esame importante per noi. Negli anni sono migliorati grazie al know how. Una realtà di riferimento anche come esempio nel nostro ambito calcistico. Un progetto che ha dato risultati tecnici interessanti. Sarebbe importante per il nostro movimento avere altre squadre così”.
Sempre in contumacia della lista convocati, previo tampone dovrebbero tornare a disposizione Nicco (squalifica) e Le Noci (infortunio) mentre restano ai box Ghioldi (ovviamente), oltre a Molinari e Brignoli. A naso, l’undici iniziale non presenterà più di un paio di cambi (uno in mediana e l’altro in attacco), rispetto a quello che ha impattato 0-0 con il Grosseto.
Juve da temere dalla cintola in su? Lo spalatino è lapidario: “Al di là dei numeri in casa, ha comunque uno dei migliori attacchi. Su 13 partite è andata a segno in 12“.
Diverso il discorso per la Pro Patria. Ivan Drago entra nel merito: “Sono contento e orgoglioso per quello che creiamo. Se avessimo già messo a punto anche la fase offensiva, beh, allora saremmo primi. E non sarebbe oggettivo. Abbiamo sempre preso gli attaccanti per migliorarli. E’ un percorso che dobbiamo fare. Per la fase offensiva ci sono tempi di crescita diversi rispetto alla difesa. Incassiamo meno gol perché pressiamo più alto? Ovviamente c’è correlazione tra le due cose. Ma è anche una questione di impronta, di messaggio che vogliamo dare. Una questione di intensità”.
Identità chiara, riconoscibile. Non così scontato. Almeno a queste latitudini.
Giovanni Castiglioni