Da 9 anni a questa parte il Full Coffee di Gazzada Schianno (Via Morazzone, 20) è il punto di riferimento di molti per un caffè al volo, una colazione prima del lavoro, un buon piatto in pausa pranzo e un aperitivo con gli amici, ma anche per comprare tabacchi e tentare la fortuna acquistando un biglietto che può cambiare la vita. A gestire il locale, che ha anche un ampio spazio esterno sul retro, sono due intraprendenti trentenni: Hilary Broggi e Alessandro Panzarin.
Chiuso per un paio di mesi come tutte le attività commerciali a causa dell’emergenza da Covid-19, il Full Coffee ha riaperto parzialmente i battenti il 4 maggio (solo tabaccheria e bevande da asporto) e da lunedì scorso è tornato a pieno regime.

Hilary, come hai affrontato il lungo periodo di lockdown?
“Stare a casa è stata dura, soprattutto per me che da anni svolgo un lavoro a contatto con tante persone. Inoltre, rimanere due mesi senza stipendio e dover affrontare lo stesso delle spese come il pagamento delle bollette, dell’assicurazione e della cassa integrazione ai dipendenti ha pesato non poco sulla mia economia familiare. Il nostro locale è consolidato e si trova in una buona posizione, ma qualche pensiero mi è venuto e non vedevo l’ora di poter riprendere a lavorare”.

Da lunedì 18 maggio avete riaperto con il consueto orario (6-21) e offendo tutti i servizi. Come avete riadattato l’ambiente?
“Il locale e i condizionatori dell’aria sono stati sanificati e igienizzati e abbiamo messo in vari punti colonnine con il disinfettante per le mani. Abbiamo esposto molti cartelli con le regole da rispettare e, di fatto, abbiamo dimezzato il numero dei tavoli presenti per rispettare la normativa sulla distanza; ora ad ogni tavolo si possono accomodare al massimo due persone. Il primo giorno di riapertura i Vigili Urbani di Gazzada Schianno hanno controllato che fossimo a norma e ci hanno dato una mano ad apporre le indicazioni per i clienti. Sia da loro che dal Comune abbiamo ricevuto grande collaborazione”.

Qual è il bilancio ad una settimana esatta dalla riapertura completa?
“L’incasso che abbiamo fatto è la metà rispetto a quello dello stesso periodo dell’anno scorso. C’è molta meno gente in giro, forse perchè tanti ancora non hanno ripreso ad andare in ufficio e lavorano in smart working. Noto che tutti sono rispettosi delle regole e che spesso appena entrano nel bar mi chiedono che cosa possono e non possono fare. A volte viene naturale appoggiarsi al bancone, ma li fermo subito e ricordo a tutti la distanza da mantenere. A poco a poco ci abitueremo a questo nuovo modo di comportarci”.

Qual è l’umore delle persone?
“La gente ha voglia di riprendere a fare la vita di prima e di concedersi quei piccoli vizi come il caffè che durante i due mesi di lockdown sono mancati a tutti. Nei discorsi che sento, nonostante non sia un periodo semplice per alcuni dal punto di vista economico, intuisco che c’è speranza per il futuro e voglia di poter ricominciare a uscire e ad incontrare amici e colleghi. Per ora, però, c’è ancora un po’ di timore e le persone preferiscono bere un caffè veloce e non rimanere a lungo nel locale. Passo dopo passo, comunque, sono sicura che torneremo alla normalità”.

Quanto a te, quali dispositivi di protezione individuale usi?
“Indosso sempre la mascherina e metto i guanti quando tocco il cibo in cucina. Ho spostato la cassa in un luogo più protetto e ho sempre in mano i prodotti per igienizzare le varie superfici del locale. Sono molto attenta alla sicurezza mia e dei miei clienti e, infatti, preferisco che mi paghino la consumazione con dispositivi elettronici piuttosto che con le banconote”.

Laura Paganini

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