A Bernate, immersa nel verde, c’è la Fattoria Pasqué, azienda zootecnica e agriturismo aperto al pubblico e gestito da Francesco Rainero e dalla sua famiglia. Dal 1976 ad oggi la fattoria si è ingrandita e ha sviluppato una moltitudine di attività, alcune amatissime dai bambini che hanno la possibilità di vedere da vicino molti animali e di cimentarsi in laboratori creativi. A parlarne è proprio il signor Rainero.

La Fattoria Pasqué non è rimasta completamente chiusa durante il lockdown. Che cosa avete potuto continuare a fare?
“Lo spaccio alimentare è rimasto aperto e abbiamo potuto vendere i nostri prodotti: dai formaggi, ai salumi, al latte, alle uova, alla pasta fresca, alle confetture. Abbiamo attivato anche possibilità di ordinare la spesa a domicilio nei comuni limitrofi e, naturalmente, abbiamo continuato ad occuparci dei nostri tanti animali. Durante quelle settimane sono nati due agnellini: Lulù e Annibale”.

Dal 4 maggio a poco a poco avete ripreso a pieno regime.
“Prima la Fattoria è stata parzialmente riaperta al pubblico ed è stato possibile fare passeggiate tra gli animali nonché acquistare cibo d’asporto, mentre dal 18 maggio abbiamo ripreso anche l’attività del ristorante su prenotazione. I nostri visitatori sono tenuti ad indossare la mascherina, eccetto quando sono seduti ad un tavolo per consumare un pasto, e hanno l’obbligo di mantenersi almeno ad un metro di distanza gli uni dagli altri. Ci sono tanti cartelli con le informazioni utili e altrettante colonnine con l’igienizzante e all’ingresso viene provata la temperatura. I parchi gioco per i bambini sono aperti seguendo tutti i protocolli e le norme del caso e, finalmente, abbiamo ricominciato a vedere i più piccoli correre, giocare e divertirsi all’aria aperta”.

Com’è la risposta delle persone?
“La gente ha voglia di tornare quanto prima e quanto più possibile alla normalità e alla vita di prima. In tanti non vedevano l’ora di venire da noi, dove c’è molto spazio e la possibilità di stare in mezzo alla natura senza pericoli e in estrema sicurezza. Il nostro target sono soprattutto famiglie con bambini che arrivano dai dintorni e dal milanese. Siamo un’oasi di pace”.

Quanto a lei, uomo abituato a stare nella natura, come ha vissuto quelle settimane?
“Sono ottimista e, nonostante senta da molti colleghi e non timori e preoccupazioni per il futuro, rispondo che non abbiamo combattuto una guerra e che, fortunatamente, siamo ancora qui a raccontarla. La nostra perdita economica non è stata indifferente ed è quantificabile, ad esempio, in molte migliaia di euro, ma mi piace pensare che se avesse piovuto per due mesi consecutivi sarebbe stata quasi lo stesso. Non è successa la fine del mondo e noi siamo ripartiti con coraggio. Capisco le difficoltà altrui, ma sono una persona positiva e credo che le cose potranno solo migliorare”.

Laura Paganini

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