Quest’anno la Lavena Tresiana può far affidamento su Adriano Petullo, difensore di spessore e un grande conoscitore dei campi da calcio per via delle innumerevoli squadre italiane in cui ha militato durante questi anni tra Serie D, Eccellenza e Promozione. Ma non solo, vanta anche una breve esperienza nel campionato lituano di Serie B e in quello domenicano. Insomma, un giocatore che non si è mai fermato e che ha macinato chilometri sul rettangolo verde.
Perché hai scelto la Lavena Tresiana?
“E’ una società piccola, sì, ma seria e con delle basi solide, che non è così semplice da trovare. Oltre a giocare faccio anche il vice di mister Gatta. L’ho conosciuto quando ho fatto il corso di licenza D e mi sono trovato bene sin da subito; abbiamo le stesse idee. In più mi è comodo perché, allenando in Svizzera, sono di passaggio”.

Un giocatore con i tuoi trascorsi che cosa può dare alla Lavena Tresiana e alla Seconda Categoria in generale?
“Sicuramente rimango umile e con i piedi per terra. In squadra ci sono tanti giovani e posso aiutarli con la mia esperienza. Posso essere per loro un esempio con il mio impegno, la mia attitudine e mentalità. Il più vecchio guiderà gli altri: ho visto la collaborazione di tutti e sono fiducioso”. 

Hai girato diverse squadre e campionati, ma c’è un episodio in particolare o partita che ricordi ancora oggi con piacere?
“Quando sono passato dalla Juniores nazionale alla prima squadra a Gallarate a soli 17 anni, è stato bello”.

C’è mai stato un momento in cui hai pensato di mollare tutto?
“No, questo mai. Sono sempre pronto con la valigia in mano”.

Invece della parentesi all’estero, che ricordi hai? Come sei arrivato a giocare lì?
“Sono arrivato per caso. Per arrivare in Lituania sono partito per andare a Malta da lì sono arrivato in Romania e Ungheria dove sono stato dieci giorni a Budapest e ho conosciuto un osservatore dell’Inter che mi ha mandato a giocare in Lituania. Invece in Repubblica Domenicana avevo un mio caro amico italiano che avevo conosciuto in vacanza e mi ha ospitato lui per tutto il tempo. Un’avventura diciamo!”. 

Che obiettivo hai per questa stagione?
Dare tutto me stesso e, siccome è un campionato lungo e impegnativo, vorrei la salvezza il prima possibile e se si può fare qualcosa di più. La squadra è giovane e se, di contro non c’è tanta esperienza, dall’altra parte c’è la voglia, fame e motivazioni. Personalmente mi piacerebbe fare tutte le partite con un certo livello e costanza”.

Domenica che partita ti aspetti con il Ceresium che incrocerete in Coppa Lombardia?
“Non li conosco molto e non so come giocano. Ho visto solo che il Ceresium ha vinto con la Cuassese”.

Sei anche allenatore, chi alleni? Che cosa ti piace di questa parte?
“Mettere il proprio credo ed essere sé stessi. Mi piace che ognuno ha la propria idea e ci si deve adattare in base alle caratteristiche dei giocatori. Il bello è guidare persone con valori diversi. Alleno due squadre di ragazzi di 12 anni e una scuola calcio. In questa età oltre a insegnare calcio sei anche un modello per loro”.

Roberta Sgarriglia

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