In casa Laveno, il presidente Castelli fa il punto sul settore giovanile tra voglia di ripartenza e soluzioni in favore dei tesserati. Il club è già pronto per rimettersi in gioco ma, naturalmente, è ancora tutto un punto di domanda che dovrà essere colmato dalle prossime disposizioni in relazione all’andamento della curva dei contagi da Covid-19.
Secondo lei è possibile pensare a programmare la prossima stagione in queste condizioni?
“Se da un lato, sono stato uno dei primi a presentare al comitato lombardo la mia idea circa la conclusione anticipata del campionato sostenendo la conclusione, dall’altra parte dico che bisogna ricominciare quanto prima. Lo sport giovanile aiuta alla ripresa sociale e credo molto nel veicolo calcistico come un tassello che insieme alle famiglie e alla scuola creano opportunità e crescita. Secondo me bisogna riprendere il prima possibile: il come, dal punto di vista dei protocolli, ce lo diranno dal Ministero. A settembre se le scuole riapriranno con una modalità diversa dalla maniera ordinaria, altrettanto dovremo fare noi e le strutture dovranno essere adeguate. A Laveno abbiamo 8 spogliatoi e 4 campi e quindi il non affollamento degli spogliatoi sarà perseguibile, ma chiaramente non c’è solo quello. Si dovranno trovare altri modi perché il calcio è uno sport collettivo e tutte le società dovranno avere le modalità e la voglia di trovare le condizioni adeguate. Vedo il rischio di non trovare protocolli pensati per la nostra realtà locale e non sufficiente per avviare il campionato, al di là della volontà di tutti di riniziare”.
Parlando di problematiche economiche, questo periodo sicuramente si sta portando dietro delle difficoltà e delle perdite. Che tipo di aiuti vi aspettate dalla Federazione?
“Nessuno, detto sinceramente. Se i presidenti attendono dalla Federazione una risposta, questa al più potrà essere un recupero delle somme versate e non godute per la stagione di ritorno 2019/2020 e al di là di questo non penso che la Federazione, che a sua volta non riceverà soldi dal Coni, potrà sostenerci ulteriormente. Forse degli aiuti lo potrebbero essere quelli della Regione Lombardia che già in questi giorni ha pubblicato un bando con contributi a fondo perduto pari al 50% delle spese ammesse”.
Riguardo ai voucher come modalità di rimborso per chi aveva già versato la quota, cosa ne pensate?
“Restituiremo la parte non goduta relativa alla parte di campionato interrotto. Mi sembra moralmente doveroso”.
L’annata delle giovanili com’è andata?
“Molto bene direi. Avevamo tutta la filiera dai 2014 ai 2004, compresa la Juniores. Per noi ahimè è stata una mazzata la sospensione del campionato dal punto di vista del merito sportivo perché navigavamo con molte categorie nelle posizioni di testa. Rimane l’amaro in bocca ma ce ne siamo fatti una ragione”.
Avevate in programma camp estivi?
“Nello scorcio di campionato primaverile avevamo in programma tornei ad aprile e maggio e anche due tornei che, grazie alla nostra affiliazione con il Parma Calcio, avrebbero fatto una bella presenza con team nazionali come Juventus, Parma, Sassuolo, Lugano e Torino. Da 3 anni a questa parte abbiamo un torneo per le scuole calcio per gli Under 12/13/14 aperto alle squadre professionistiche, ma purtroppo abbiamo dovuto rinunciare. Stiamo attenendo per vedere se si può fare il campus estivo, in programma ad agosto, come l’anno scorso denominato “Parma Camp” che vede al 50% protagonista il gioco del calcio”.
Roberta Sgarriglia