Nato il 3 luglio. Come Tom Cruise. Che però ha sfiorato l’Oscar per essere venuto al mondo il giorno dopo. Ecco, le analogie con l’ex Mr Kidman finiscono qui perché l’unica Mission: Impossible che si attribuisce Leonardo Galli è la tensione verso la normalità. Come vorrebbe il suo oroscopo che lo profila osservatore, sincero e sensibile. Insomma, anche gli astri a volte vedono giusto.
“Dal punto di vista caratteriale, mi sento spesso insicuro. Ho bisogno di prendere fiducia. In questo senso Javorcic ha una parte molto importante nella mia crescita”. La sintonia con lo spalatino si rivela nel suo ruolo di feticcio tattico. Un po’ esterno, un po’ mezzala, un po’ entrambe le cose. Anche nella stessa partita: “E’ nato tutto per caso. Io non ero molto convinto. Il mister invece sì. Alla fine è una forma di duttilità che sto acquisendo col tempo”.
Torniamo all’attualità di queste settimane. Domanda diretta, risposta diretta. Il primo pensiero quando la Juventus U23 ha vinto la Coppa Italia?
“E’ stato meglio così. Possiamo dire di aver centrato i playoff anche quest’anno. Ma nessun rimpianto. La società ha fatto la scelta migliore. Resta solo un po’ di amarezza per un campionato strano, diverso. Senza neppure la possibilità di salutare i compagni di persona”.
Epilogo stagionale delegato ai soli playoff e playout. Condividi?
“Credo che sarebbe stato meglio portare a termine anche la stagione regolare. Mettendo poi i playoff in coda. Sempre che ci fosse stato il tempo, una soluzione più corretta”.
Frammenti del tuo lockdown?
“Il primo mese a Busto, poi con la famiglia a Cremona. Non era più il caso di rimanere da solo visto che le possibilità di riprendere la stagione erano poche. Per il resto, la routine di tutti. Allenamento quotidiano e tanta tranquillità”.
Classe ’97 ma ormai un veterano alla Pro Patria. In questi 3 anni hai giocato tanto, praticamente sempre (102 presenze di cui 96 tra campionato, playoff e Poule Scudetto). Ma rispetto ai campionati precedenti, nell’ultimo allo “Speroni” è aumentato il traffico sulle fasce. A partire dal polimorfismo di Masetti. Problema o stimolo?
“Siamo un bel gruppo. E’ decisamente la nostra forza. Quindi, la concorrenza non turba mai. Anzi, è un pungolo in più che aiuta molto. Soprattutto in allenamento. Davvero non è proprio un problema”.
Sei uno dei 6 giocatori reduci dalla stagione dello Scudetto Dilettanti certi di far parte della rosa 2020/2021 (Colombo, Cottarelli, Ghioldi, Le Noci e Mangano gli altri con Molnar e Pedone cui è scaduto il contratto). Le radici sono importanti?
“Penso che sia una cosa molto bella aver formato questo nucleo storico. Aumenta l’aspetto identitario. L’affiatamento fuori dal campo viene poi trasferito anche in partita come a me succede ad esempio sia con Pedone che con Ghioldi negli incroci tra esterno ed interno. Conosciamo i rispettivi pregi e difetti. Si fa meno fatica. In più c’è un altro risvolto. Quando entrano in gruppo nuovi giocatori è più facile trasferire la mentalità e la filosofia del mister. Entrare nei meccanismi, insomma. Trovano un ambiente già pronto”.
A proposito di Javorcic, cosa lo rende speciale?
“E’ molto scrupoloso nell’interazione con i giocatori. In questo è davvero bravo. Ed è una cosa che magari da fuori non si riesce a percepire. Cerca di tirare fuori il meglio da tutti. Certe volte può sembrare burbero. Ma lo fa per il bene della squadra. Il suo è un lavoro di qualità”.
29 marzo 2018, data della tua unica rete in biancoblu (nello 0-2 con la Bustese). Ti manca il gol?
“Non più di tanto. A dirla tutta preferirei fare più assist (4 complessivi alla Pro Patria, ndr). Quella è certamente la statistica che vorrei migliorare di più”.
Primi 2 rinnovi di luglio per il capitano Colombo e per Le Noci. Cioè, 2 classe ’82. Casualità?
“No. Lo interpreto come un segnale di continuità. Si intuisce la volontà di riprendere da quello che abbiamo lasciato”.
Ipotesi Serie B a 40 squadre nel 2021/2022. Quindi, vagonata di promozioni l’anno prossimo. Occasione da non perdere?
“Mi intriga molto. Andiamo incontro ad una stagione strana. Con un calciomercato dilatato nel tempo. Sarà un aspetto positivo. Una motivazione in più. Potrebbe permettere di guadagnare la categoria senza arrivare nelle primissime posizioni. Come è accaduto a noi nelle ultime 2 annate”.
Il tuo esterno di riferimento?
“Quello che preferisco, anche se gioca a destra, è Lazzari della Lazio. Anche per il percorso che ha fatto e la sua storia personale. Poi chiaramente a sinistra oggi c’è Gosens dell’Atalanta. In questo momento per la capacità di tagliare e andare in rete, l’esterno per eccellenza”.
Hashtag di stagione #PROibitomollare. Calza con quello che vedremo?
“E’ perfetto. Sarà un anno completamente diverso. Senza tifosi si perde molta della magia del calcio. Un motivo in più per dare sempre il massimo”.
Giovanni Castiglioni