Franco Lepore, 35 anni di cui oltre 10 trascorsi tra i professionisti, la sua carriera ha preso il via proprio da Varese, squadra di cui è stato anche capitano. Ora è alla sua terza stagione al Monza neo promosso in Serie B e per il futuro lascia un punto interrogativo. Nonostante la carta d’identità, la sua voglia di giocare è ancora molta e chissà cosa gli riserveranno i prossimi anni.
Sei praticamente cresciuto a Varese, quali sono i tuoi ricordi dell’esperienza biancorossa?
“A Varese devo tutto perché per me è una seconda casa. Sono arrivato lì a 18 anni, la società mi ha accolto come un figlio e sono cresciuto sia come calciatore sia a livello umano. Non posso che ringraziare tutta la piazza”.
Varese ti ha lanciato e poi rilanciato nel 2011/12 quando sei tornato in Serie B. Cosa ricordi di quegli anni?
“Sono tornato quando in panchina c’era mister Carbone, ma ero un po’ ai margini del gruppo e questo mi è dispiaciuto perché sinceramente pensavo di poter essere importante per quella squadra. Con l’arrivo di mister Maran, mi ha reintegrato in squadra dopo cinque giornate, con lui ho fatto qualche presenza e mi ha reso molto partecipe. Di quell’anno non posso dimenticare la mia ultima partita contro la Sampdoria in cui a fine match sono andato a ringraziare la curva in lacrime. Ancora adesso a pensarci mi vengono i brividi”.
Qual è il tuo ricordo più bello col Varese?
“Ci sono sicuramente le vittorie dei due campionati, per altro da capitano e l’esordio contro la Cossatese. Ero entrato a mezz’ora dalla fine perché ero arrivato da una settimana, eravamo 1-1 e abbiamo vinto grazie ad un mio gol da 25 metri”.
Una delle tappe più importanti della tua carriera è stata nella tua Lecce. Che cosa ti porti di quella avventura?
“I ricordi sono indubbiamente emozionanti e belli, ho coronato il sogno che avevo da bambino, cioè essere il capitano di quella piazza. Dopo sette anni siamo riusciti a riportare il Lecce in Serie B e da leccese è stato un traguardo indescrivibile. Spero che tanti bambini possano realizzare questo sogno”.
Che progetto hai trovato appena sei approdato al Monza?
“Per lasciare Lecce dovevo avere in mano un progetto importante. Di Monza mi hanno colpito la società e l’allenatore. Quando mi ha chiamato mister Brocchi e successivamente i direttori Antonelli e Galliani, ho sentito la loro fiducia e quello è stato molto importante per la mia decisione”.
Hai giocato la Serie B in anni differenti, quale è la differenza oggi rispetto a 10 anni fa?
“Quella era una Serie B sicuramente molto più difficile, c’erano giocatori più forti e si notava la differenza con la Serie C. Ora si sente meno ed è un campionato più semplice. Rispetto a prima ci sono più giovani, e alcuni sono davvero forti. Noi, ad esempio, ne abbiamo molti anche nazionali, ma non tutti i club possono permettersi giovani forti come quelli che abbiamo noi”.
Cosa vedi nel tuo futuro?
“In questo momento vedo un Lepore che gioca fino a 40 anni perché fisicamente e mentalmente sta davvero molto bene e si diverte. Mi godo ogni particolare, ogni gioco e ogni allenamento. A volte penso al dopo e sinceramente mi vedrei bene come Team Manager o Procuratore Sportivo. Alla Serie A ci penso, siamo qui a Monza apposta, è l’obiettivo della società, della città e sicuramente anche il nostro. Tutti i sabati dobbiamo giocare con quell’obiettivo in testa”.
Inter-Monza amichevole, partita ricca di emozioni. Come l’hai vissuta?
“E’ stato emozionante perchè mi sono trovato di fronte ad una squadra che è importantissima con dei giocatori forti. Io il primo tempo avevo davanti Young e il secondo tempo Darmian e Nainggolan. Per me è stato uno stimolo importante ed ulteriore per stare più attento e per fare bene”.
Un messaggio per Varese e il Città di Varese.
“Spero con tutto il cuore che Varese torni nel calcio che conta perché la gente, i tifosi e la città si meritano di tornare grandi”.
Ilario Maiolo