A inizio stagione, dopo sei mesi trascorsi lontano dal terreno di gioco, la voglia di tornare in campo e ritrovare i compagni di squadra era davvero tanta. La “normalità”, in estate, sembrava addirittura vicina e il primo giorno di preparazione era stata una piccola grande conquista per un gran numero di società e giocatori. Tra questi, l’attaccante classe ‘96 Lorenzo Lercara, alla sua seconda stagione con la maglia del Gavirate, veniva da uno stop ancora più lungo, iniziato a fine settembre 2019 dopo solo quattro giornate, quando un grave infortunio al ginocchio rimediato contro l’Olimpia Calcio lo aveva costretto a dire prematuramente addio all’annata, poi conclusasi anticipatamente per tutti.

Prima il crociato, poi la pandemia: non è stato di certo un anno fortunato. Com’è andato il recupero?
“Durante il primo lockdown ero riuscito a recuperare molto. Avevo avuto più tempo ed ero stato seguito bene con tante serie di esercizi. Sono rientrato appena abbiamo ripreso ad agosto, non dico al 100% ma almeno al 90%; ho fatto le prime partite e poi ci hanno bloccato di nuovo. Adesso continuerò a lavorare per il ginocchio perché dopo un infortunio del genere non posso perdermi via e sprecare il lavoro fatto. Andrò avanti da solo con gli esercizi finché non potremo ricominciare”.

A tale proposito, pensi che si ripartirà?
“Secondo me questa situazione andrà un po’ per le lunghe. Per ora la data che abbiamo è quella di febbraio, quindi rimaniamo con quell’idea e poi vedremo se ci saranno ulteriori rinvii. Dal punto di vista fisico sarà difficile riprendere perché avremo bisogno di una nuova preparazione e dovremo ripartire quasi da zero. Sarà dura ma dobbiamo farci trovare pronti in qualsiasi momento”.

Quanto al possibile format del campionato, il CRL e le società hanno avanzato proposte diverse. Tu quale preferiresti? 
“Sinceramente anch’io, come hanno detto le società, preferirei portare a termine l’intero campionato, giocando anche in estate se fosse necessario. Però, per come sta andando la situazione, penso che sarà più probabile che si giochi un solo girone, con meno partite e i playoff modificati nel format”.

Pensando all’assaggio di stagione fino a ottobre, come avevi vissuto questo “nuovo calcio” limitato dai protocolli? 
“Mi sono trovato comunque abbastanza bene. Il Gavirate è una società molto seria e ben organizzata che segue attentamente le regole. Io oltre a giocare alleno anche i bambini: all’inizio è stato un po’ impegnativo adeguarsi ai nuovi protocolli, ma pian piano si riusciva a fare tutto nel modo giusto, pensando per prima cosa alla salute. Anche per quanto riguarda i rinvii che ci sono stati in campionato, penso che piuttosto che rischiare sia stato meglio prevenire e rimanere fermi, visto il periodo. Tantissime famiglie sono state colpite dal virus e da un certo punto di vista è stato giusto bloccare tutto, anche se ovviamente abbiamo tutti una voglia matta di tornare in campo”.

Seppur con tanti rinvii, la serie D invece continua a giocare. Tu che sei cresciuto nel Varese, li stai seguendo? Come vedi il loro inizio di stagione? 
“Sì, li sto seguendo e sono contento che siano tornati in una categoria superiore. Hanno fatto una buona squadra, l’inizio è stato difficile ma bisogna dargli tempo. Dopo undici anni passati nel Varese, tra giovanili, Primavera e prima squadra, ho tanti amici che sono ancora lì, come Simonetto, Viscomi e altri con cui ho giocato in passato. Hanno una rosa competitiva e sicuramente recupereranno terreno”. 

Silvia Alabardi

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