
Michele Ferri ha al suo attivo quasi 300 gare tra i professionisti giocate con le maglie di Cesena, Triestina, Palermo, Cagliari, Sampdoria, Vicenza, Atalanta, Trapani, Pro Vercelli e Pro Patria prima di chiudere la stagione con tre stagioni nei dilettanti giocate nel Varese e nel Busto 81, proprio le due realtà che, fondendosi, hanno dato vita al ritorno in Serie D dei biancorossi nella prossima stagione.
“Sono nato in provincia di Varese, abito a Busto Arsizio, ho giocato due anni in biancorosso, è normale che mi faccia piacere sapere che la prossima stagione sarà Serie D. Certo, per come è arrivata, questa super promozione ha fatto molto discutere soprattutto dalle mie parti. Se devo essere sincero, per come ho conosciuto il presidente Galli nel mio anno al Busto 81, non mi sarei mai aspettato una decisione del genere. Gli investimenti erano importanti e gli obiettivi pure. E’ anche vero che una piazza come quella di Varese merita sicuramente il professionismo. C’è molto da lavorare, ma mi sembra che le idee siano chiare e le persone siano competenti”.
Solo poco più di un anno fa la tua ultima partita ufficiale, poi hai deciso di appendere le scarpe al chiodo.
“Avrei voluto giocare ancora un anno, anche se nell’ultima parte di stagione col Busto 81 fisicamente ho fatto un po’ di fatica. Volevo fare il corso per il patentino Uefa A ed erano necessari 8 mesi da allenatore per essere ammessi. Cercavo un compromesso del tipo giocare ed allenare una squadra giovanile, ma non è arrivata la giusta chiamata. Così ho deciso di accettare l’opportunità che mi è stata data dalla Caronnese”.
Vice allenatore di mister Gatti in una stagione funestata dal Coronavirus.
“E’ stata una grande esperienza al fianco di grandi persone, in un ambiente è sereno ed ideale per fare un buon calcio. Gatti e tutto lo staff sono stati veramente super per come mi hanno accolto e fatto lavorare. Mi sono sentito responsabilizzato e considerato, cosa che era tutt’altro che scontata. Abbiamo fatto un ottimo lavoro e i risultati parlano per noi, se il Covid non ci avesse interrotto, chissà, ora magari saremmo promossi”.
Oltre al Varese, la tua provincia ti ha visto protagonista anche con la maglia della Pro Patria. Che ricordi hai?
“Sono capitato nella stagione sbagliata (2015-16 ndr). La società era allo sbando e alla fine siamo retrocessi in Serie D. Ora Patrizia Testa sta facendo un grande lavoro, sta dando credibilità e stabilità al progetto. Ha una grandissima passione e si vede che la mette al servizio della Pro Patria. E’ stata brava a mettere le persone giuste al posto giusto e tutto funziona bene”.
Cosa ti aspetti dal futuro? Ti senti pronto per allenare una Prima Squadra o preferiresti fare un po’ di gavetta in un Settore Giovanile?
“Mi piace stare a contatto con l’ambiente dei grandi e mi sento pronto per un’esperienza. Certo che se arrivasse una chiamata da un Settore Giovanile stimolante, non mi farei scappare l’opportunità. Ho tanta voglia di fare, di mettermi in gioco e di mettere tutta la mia esperienza di oltre 15 anni di professionismo al servizio dei ragazzi”
La tua carriera in una immagine.
“Ne avrei mille, certo che rivedendo in campo ancora un campione come Ibrahimovic mi viene la pelle d’oca a pensare che l’ho marcato. Ho avuto la fortuna, o sfortuna (si fa una risata ndr) di giocarci contro quando indossava la maglia di Juve, Inter e Milan. Ragazzi, che giocatore…”.
Michele Marocco