“Fermare tutto per evitare il peggioramento era quello che si doveva fare subito, soprattutto per noi della Lombardia” così Giuseppe Baretti, presidente del Crl LND, esordisce sulla situazione di totale stop che stanno vivendo calcio e sport in generale, ma non solo.
Alla fine anche la Serie A si è dovuta fermare: “L’impressione è all’inizio in pochi abbiano capito la gravità della situazione; la situazione ci era chiara già dal famoso venerdì 21 febbraio. Dopo qualche tentennamento, da Roma hanno deciso di sospendere i campionati e non si poteva fare altrimenti”.
Nei giorni seguenti però c’è stato il susseguirsi di comunicazioni diverse che hanno mandato un po’ in tilt le società: “La Lnd si è adeguata alle decisioni di Governo e Regione, già da tempo eravamo convinti che la sospensione si sarebbe protratta sino al 3 aprile e la trovo una scelta saggia”.
Il presidente del Comitato Regionale della Lombardia vive in una delle zone più colpite, quella bergamasca: “Io stesso ho avuto la febbre per qualche giorno e devo dire che mi sono spaventato. Qui la crescita dei contagi è davvero preoccupante, mentre nella provincia di Varese ha visto che i numeri sono più rassicuranti. Speriamo in un’inversione di tendenza e che si possa ripartire il 3 aprile. Ho qualche dubbio, ma ci spero”.
In caso di ripartenza, come procederanno i campionati? “Ovviamente dobbiamo mantenerne la regolarità, c’è tra le ipotesi quella di proseguire anche per tutto il mese di giugno, anche se ci rendiamo conto sia un sacrificio per le società. Questo per non riempire il calendario di turni infrasettimanali. Se si potrà ripartire dopo Pasqua, saranno stabiliti 10 o 15 giorni di preparazione per tutti. Le finali Juniores, Allievi e Giovanissimi potrebbero anche saltare”.
Cambieranno le regole di playoff e playout? “Qui la vedo dura per l’Eccellenza. E’ un argomento che abbiamo affrontato nel consiglio federale, abbiamo ventilato questa ipotesi, ma prima dobbiamo vedere gli sviluppi”.
Elisa Cascioli