Una buona partenza da neopromossa, la rottura dello scafoide, il covid e lo stop causa pandemia: Andrea Fagnani centrocampista del Luino, racconta i primi mesi di questa stagione davvero ricca di troppi e non piacevoli colpi di scena.

Partendo dal lato calcistico i punti in tre partite sono stati sei, con la prima piccola parte di campionato chiusa dalla sconfitta con il Cantello Belfortese. “Siamo partiti bene e non era così scontato, un po’ perché ci siamo appena riapprocciati a questa categoria e un po’ perché abbiamo anche inserito nuove pedine, detto ciò sono molto fiducioso e credo che se la situazione dovesse sbrogliarsi e dovessimo riprendere, potremmo toglierci belle soddisfazioni, per me anche puntare ai primi posti della classifica anche perché non vedo una squadra proiettata per vincere a mani basse, ma vedo un campionato molto equilibrato, ancor di più se dovesse essere in formato ridotto dove i valori si assottigliano un po’”.

Credi che questa situazione possa arrivare ad un epilogo risolutivo nei prossimi mesi e permettervi, quindi, di completare in qualche modo la stagione?
Questa è una bella domanda, difficile rispondere, la voglia di rimettere piede in campo è altissima, io non vedo l’ora, ma mi rendo conto che ci sono altre priorità; ho sentito dire che si punta a tamponi settimanali per giocatori e staff e probabilmente sarebbe un bel modo di tenere tracciati i contagi in questo settore ma come può una società di calcio dilettantistico accollarsi un esborso economico simile? I costi sono già lievitati abbastanza, diventerebbe improponibile una ripresa con queste prerogative”.

Ripresa sì, ripresa no, c’è un fatto: il covid colpisce anche i più giovani e tu lo hai provato sulla tua pelle.
Non mi vergogno a dire che ero tra gli scettici, non l’ho mai negato ma avevo perplessità, poi sia io che mia moglie Vanesa lo abbiamo contratto, e se a me è andata meglio perché ho avuto pochissimi sintomi, lei invece è stata parecchio male pur senza finire in ospedale e a 31 anni è preoccupante…la nostra fortuna è che il nostro bimbo Mattia di 4 anni sia sempre stato negativo, diciamo che è un osso duro”.

Prima del covid anche la rottura dello scafoide, insomma non ti sei fatto mancare nulla in questo finale di 2020…
Uno degli ultimi allenamenti ho riportato quest’infortunio e mentre ero a casa in malattia è arrivato anche il covid, tra l’altro contratto chissà come perché sia io che mia moglie siamo molto attenti ancor di più perché siamo genitori, ho fatto l’en plein però ho potuto gestire meglio la situazione dal punto di vista lavorativo, perché poi un altro problema è proprio questo, ovvero riuscire a giostrarsi fra tutte le altre priorità, e nel caso di una ripartenza non si può non tenerne conto”.

Hai toccato un tasto dolente: diversi ragazzi, ad oggi, pare abbiano già comunicato ai rispettivi club di non voler riprendere almeno per questa stagione, è una scelta che condividi?
Se un mio compagno dovesse prendere questa decisione lo rispetterei al massimo, è condivisibile, c’è la famiglia, la salute dei nostri cari, il lavoro, il calcio è la nostra passione ma non possiamo permetterci di compromettere tutto il resto, come ho detto credo che manchi a tutti ma non possiamo essere egoisti e ragionare solo in una direzione”.

Chiudendo questa parentesi, con un po’ di positività cosa ti auguri per il 2021?
Mi auguro di divertirmi, io sono molto felice della mia vita, ho una moglie e un figlio che amo, e sono contento delle scelte fatte fino ad oggi sul lato personale, ma anche il divertimento è qualcosa di cui abbiamo tutti bisogno, e per me il massimo del divertimento è farlo su un campo da calcio, io sono un giocatore che può giocare bene o male ma che al 90esimo sa di avere dato tutto, questa sensazione, forse, è quella che mi manca di più. Ma c’è anche un’altra cosa che mi auguro… Quale? “Quella di poter indossare questa maglia ancora a lungo, non mi vedo con altri colori addosso, io starò qui finché me lo permetteranno perché rispetto molto questa società e questa società rispetta me, apprezzo tanto mister Iori, che conosco da anni e tutti i miei compagni, ma ci tengo anche a nominare il ds Cracas che fino a 2 anni fa non conoscevo e che invece devo solo ringraziare”.

Chiudiamo con una curiosità: Andrea Fagnani da grande farà l’allenatore?
Risposta secca, no (ride ndr). Non mi ci vedo, nemmeno per i bambini, nonostante mi piacciano tanto, poi con un bimbo, però ad oggi è qualcosa troppo distante da me, fatemi tornare a giocare, please, per tutto il resto c’è tempo”.

Mariella Lamonica

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