Il calcio mondiale è ai box dall’inizio dell’emergenza coronavirus e purtroppo il caos su un’eventuale ripartenza regna sovrano tanto nei campionati professionistici quanto in quelli dilettantistici.
Italia, Europa o resto del Mondo fa poca differenza: la nostalgia del rettangolo verde crea voragini nella passione di tutti, una passione che, però, va a caccia anche di soluzioni.
Tutti concordi nel ripartire solo quando le misure di sicurezza e la situazione lo permetteranno, ma in che modo? E soprattutto cosa fare della stagione 2019/20 mai conclusa e rimasta in sospeso?

Una delle tante idee arriva questa volta dalla Svizzera, ed arriva dal Malcantone, squadra militante nel campionato di seconda lega. 
In una recente intervista il dg Virginio Prisco, commercialista nella vita e di conseguenza fianco a fianco alle aziende in questa emergenza, ha parlato di compromesso e di scendere in campo solo quando sarà davvero possibile. Nello specifico il direttore ha sottolineato come l’ipotesi più legittima sia il congelamento della stagione, per non fare torti a nessuno, ed una ripresa nel febbraio 2021, (ad un anno esatto dallo stop) quando l’emergenza (si suppone) sarà rientrata e quando, si spera, il vaccino sia una soluzione concreta. In sostanza la stagione 2019/20 verrà così spalmata su due annate ma comunque conclusa.

Il Malcantone, che in questo periodo critico non si è certo dimenticato di fare beneficenza donando mascherine ai propri sostenitori e non solo, annovera tra staff e dirigenti anche grandi conoscitori e frequentatori del calcio varesino. 
Oltre i giocatori, tra cui, Rosadini, Memaj, Markaj, Viganò, Castorino, Calvaruso, “amico” di Varese è anche il team manager Roberto Castorino, colui che insieme a mister Stefano Albertoli fu autore in prima categoria, nella stagione 2017/18, di una salvezza davvero epica con il Luino Maccagno, sua città originaria.
Non ci sono dubbi sul voler riprendere in tutta sicurezza – ha affermato Castorino – ma per quanto mi riguarda e per come la pensiamo nella nostra società non abbiamo dubbi nemmeno sul congelamento della stagione; ci sono tanti sacrifici fatti da parte di tutti che non possono essere sprecati così, non sarebbe giusto, senza contare che riprendere da dove si era lasciato agevolerebbe anche le società e le federazioni quanto a campi, calendari, ecc”.

D’accordo sulla ripresa “sicura”, ma quando?
Il quando è da vedere, settembre probabilmente sarebbe un’ipotesi troppo ottimistica, magari novembre o dicembre già si avvicina di più ad un’ipotesi reale, ma la verità è che non lo sappiamo e non lo possiamo sapere ora, è ancora troppo presto per capire l’evolversi della pandemia, ma ciò che davvero ci preme è riprendere da dove abbiamo lasciato perché se così non fosse sarebbe una sconfitta nella sconfitta“.

Mariella Lamonica

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