Sul campionato 2019/2020 di Eccellenza, così come tutti gli altri dei dilettanti, è calato il sipario e a giorni sono attesi i verdetti ufficiali da parte della Lega Nazionale Dilettanti e del CRL. Come sarà la ripartenza? Quali prospettive personali e societarie ci sono?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni giocatori del girone A.
Flavio Becerri, Vergiatese: “Ora è difficile dire quando potremo ricominciare perché siamo fermi da tanto. Io mi sto allenando individualmente seguendo i programmi che ci dà il nostro preparatore, ma non è come andare al campo e stare con la squadra. Si spera di poter riprendere ad agosto, almeno con la preparazione, per poi ripartire a settembre con il campionato, ma al momento neanche la Federazione sa come sarà la ripresa, quindi si dovrà aspettare. Il virus sinceramente non mi spaventa perché quando finalmente si riprenderà lo faremo con le giuste regole e precauzioni. Anche per la questione delle promozioni, comprendo che la decisione venga posticipata perché non è facile accontentare tutti, però se confermeranno le proposte di questi giorni verrebbero favorite la prima e le squadre in zona retrocessione, quando in realtà il campionato era ancora aperto. Noi eravamo a metà, quindi qualsiasi decisione prendano non ci toccherà direttamente, ma la classifica era corta e la stagione si è conclusa nel momento più delicato in cui ogni partita poteva fare la differenza per giocarsi i playoff o i playout. Comunque per essere il nostro primo anno in Eccellenza abbiamo fatto un campionato positivo. Forse poteva starci qualche punto in più, che abbiamo perso durante la stagione, ma considerando che il nostro obiettivo iniziale era la salvezza, penso che l’avremmo raggiunto senza problemi”.
Daniele Menegon, Sestese: “Sinceramente non sono così fiducioso come altri miei compagni o amici che giocano in queste categorie perché se già per la serie A non mancano le difficoltà, per noi che siamo ben lontani da quei livelli sarà più complicato adottare i protocolli che verranno dati. Spero che la nuova stagione ricominci comunque nei tempi standard, ma bisogna vedere come si evolverà la situazione sanitaria, quindi non è cosi scontato che si potrà ripartire in tranquillità. Per le società questa pausa porterà difficoltà economiche non insignificanti e alcune potrebbero far fatica a ipotizzare la prossima annata. Aspetteremo ancora, anche per quanto riguarda il discorso di promozioni e retrocessioni, perché le squadre prima di iniziare la preparazione devono sapere per che tipo di campionato attrezzarsi e se si va avanti così saremo tirati coi tempi. Dalla D teoricamente dovrebbero retrocedere quattro squadre, quindi potrebbero esserci anche dei cambiamenti nei gironi. Prima arriverà l’ufficialità e prima si capirà il da farsi. Ho tantissima voglia perché mi manca tutto ciò che a che fare con il calcio e sarà così per quasi tutti, visto che a livello dilettantistico si scende in campo per passione. Io gioco da quando ero bambino, in estate faccio sempre tanti tornei e non saprei stare senza calcio. L’idea che ritornerà tutto come prima è illusoria perché ci vorrà del tempo e fino a quando non ci sarà un vaccino non si potrà avere la sicurezza assoluta. Ma è anche vero che non possiamo fermarci all’infinito per questo problema che, per quanto serio, non può condizionare tutta l’esistenza futura. Quindi nel momento in cui le istituzioni decideranno che si potranno riprendere le partite o anche solo gli allenamenti di squadra, non credo che da parte dei giocatori ci saranno grossi timori perché ci si dovrà per forza fidare degli esperti. Sicuramente si penserà un po’ a tutta questa situazione, ma la voglia alla lunga prevarrà. Difatti anche in questo periodo di stop ci stiamo tenendo in esercizio; chiaro, con oltre due mesi di inattività la forma ottimale per un giocatore di queste categorie viene meno, ma è importante riuscire a fare quello che si può”.
Axel Caldirola, Verbano: “Spero che si riparta il prima possibile, anche se ho sentito che vorrebbero posticipare il campionato a gennaio. Se fosse davvero così si potrebbe iniziare con la preparazione due mesi prima, ma finora sono solo voci e finché tutto rimane incerto non si possono fare previsioni. Se si potesse, io vorrei ricominciare anche domani. All’inizio ero più preoccupato, ora sembra che la situazione possa risolversi e sono più tranquillo. Mi sto allenando tutti i giorni per farmi trovare pronto e in buona forma fisica, ma sicuramente ci sarà bisogno di una preparazione seria perché siamo stati fermi per tantissimo tempo. Per la stagione c’è un po’ di rammarico perché eravamo secondi e poteva succedere di tutto: avremmo potuto vincere il campionato o anche arrivare fuori dai playoff, ma in realtà credo che ci saremmo qualificati sicuramente e una volta lì ce la saremmo giocata a partita secca. Abbiamo fatto sempre bene, a parte l’ultimo periodo, ma poteva starci perché siamo tutti sotto il ‘96 e con una rosa così giovane sfiderei chiunque a fare quello che abbiamo fatto noi in questa annata. Peccato poi non essere potuti arrivare fino in fondo”.
Damiano Micheli, Varesina: “Purtroppo in questo momento c’è troppa confusione, a partire dai piani alti e in tutto l’ambiente calcio. In questo clima di incertezza anche le società non sanno cosa fare perché parlare di ripartenza è complicato. Secondo me bisogna comunque organizzarsi e fare qualcosa perché non si può subire la situazione ma è meglio affrontarla di petto. Capisco, però, che le società debbano considerare tanti fattori, ad esempio gli sponsor che magari non possono più sostenere il progetto o altre complicanze scatenate dall’emergenza. Servono indicazioni dal governo e dalla Federazione, ma le decisioni tardano ad arrivare per paura della reazione della gente. Accontentare tutti è impossibile, quindi dovrebbero fare la scelta più giusta possibile sapendo che in ogni caso ci saranno critiche. Per ora invece si parla solo della Serie A e il calcio dilettantistico passa un po’ in secondo piano, quando in realtà per chi si allena sei giorni a settimana non è più solo un gioco ma un lavoro, e infatti molti in Eccellenza vivono di calcio. Sicuramente in vista della ripresa giocatori e società dovranno venirsi incontro per trovare la soluzione migliore senza avere pretese eccessive ma mettendosi d’accordo in modo intelligente. Il calcio è la mia passione e voglio ricominciare, però ho anche bisogno di capire come si ripartirà e cosa succederà alle società, se si ridimensioneranno, se potranno spendere, come affronteranno la nuova stagione. Nell’attesa ci siamo tenuti in esercizio con un programma di allenamenti specifico che per il periodo di quarantena totale era differenziato in base alle disponibilità di spazio di ciascuno. Inizialmente, quando si immaginava una sosta di qualche settimana, il progetto era di prepararsi per provare a vincere campionato, poi però si è capito che non si poteva più ripartire e ce ne siamo fatti una ragione. Continuiamo comunque ad allenarci da soli, anche se non è la stessa cosa che con la squadra, ma è il nostro lavoro ed è giusto comportarsi così. Quanto al rischio sanitario, non temerei la ripresa perché se si ha paura si finisce ancor prima di iniziare”.
Andrea Monzani, Busto 81: “Penso che si potrà riprendere, magari all’inizio con qualche accortezza in più, ma senza troppe difficoltà. Dopotutto lo stanno dimostrando facendo ripartire la Serie A, che potrebbe dare un segnale di normalità dopo quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo tuttora. Anche il fatto che in Germania abbiano già ripreso significa che si può ricominciare con le giuste precauzioni e qualche cambiamento rispetto a prima. Nella nostra realtà del calcio dilettanti penso che la decisione di concludere la stagione aiuti a programmare per quanto possibile la prossima, perché almeno si è esclusa la possibilità di riprendere il campionato in estate e fare tutto di corsa per iniziare la stagione successiva. Vista la situazione è stato giusto così, anche se ovviamente mi sarebbe piaciuto arrivare fino in fondo. Secondo me se non a fine agosto magari a metà settembre si potrà iniziare ad allenarsi tutti insieme. Quello che invece mi lascia un po’ spiazzato è che si stiano prendendo così tanto tempo per decidere eventuali promozioni e retrocessioni, perché bisogna saperlo per programmare la stagione. Noi potremmo passare in Serie D ed è ovvio che se il campionato fosse finito regolarmente nessuno avrebbe avuto nulla da ridire, anche se è vero che nelle ultime partite può sempre succedere di tutto e quindi non avevamo la certezza assoluta della vittoria. Comunque parlando a nome anche dei miei compagni, dal punto di vista dei risultati e per come abbiamo giocato eravamo tranquilli. Poi giustamente è stato fermato tutto ma avremmo voluto continuare a dimostrare il lavoro fatto durante l’anno. Ho voglia di tornare in campo e penso che sia anche il momento, magari non nell’immediato ma comunque a breve. Manca andare agli allenamenti e stare con i compagni nello spogliatoio, anche perché vivere più di due mesi in casa da soli non è stato facile per nessuno. Devo dire che il nostro preparatore Improta ci ha seguito sin da quando è iniziato il lockdown a inizio marzo. Abbiamo un gruppo in cui ci sentiamo tutti i giorni e prima, dovendo stare per forza a casa, ci aveva dato un programma di esercizi individuali, poi da inizio maggio anche di corsa. Non so se molte altre società si siano organizzate in questo modo e penso che il modo in cui abbiamo affrontato questo periodo dia ancora più valore alla squadra e parli bene di come siamo e della voglia di giocare e vincere che abbiamo avuto tutto l’anno. Personalmente sono in buona forma e so che lo sono anche i compagni”.
Davide Pasiani, Vergiatese: “Per l’anno prossimo credo che quasi sicuramente non si potrà riprendere il campionato a inizio settembre e che forse slitterà tutto di un mese, quindi la speranza è di poter iniziare la preparazione a fine agosto per poi giocare la prima partita ufficiale a ottobre. Sono solo supposizioni visto che non c’è ancora nulla di definitivo, quindi aspettiamo i verdetti dei vertici del calcio. Ora stanno valutando come concludere la stagione scorsa e penso sia una decisione molto difficile perché abbiamo giocato due terzi del campionato e secondo me sarebbe meglio promuovere la prima e bloccare le retrocessioni. Si vocifera anche di riforma completa del calcio, ma staremo a vedere. La voglia è sempre tanta e si spera di ripartire il prima possibile perché è da più di due mesi che siamo fermi. In questo periodo siamo sempre stati in contatto con il mister, che ogni settimana ci inviava programmi per mantenere il tono muscolare e farci trovar pronti nel caso della ripresa. Poi si è capito che non sarebbe stato così, ma almeno ci siamo allenati individualmente e sotto questo aspetto siamo in forma, sperando poi di poterci vedere presto”.
Fabio Rovrena, Sestese: “Ho sentito che la serie A, la B e forse anche la C ripartiranno in sicurezza e penso che sia un segnale positivo. Sono contento perché è dura vivere senza calcio, ma per noi dilettanti è un altro discorso. Bisognerà vedere l’andamento dei contagi e come si comporteranno i campionati maggiori, quindi secondo me è probabile che si riparta verso ottobre. All’inizio circolavano voci su una possibile ripresa a gennaio ma spero che non sia così perché sarebbe un ulteriore colpo per le nostre categorie. A ogni modo sia che si ricominci regolarmente o più tardi, da quest’anno sarà tutto diverso perché a livello economico la crisi è stata enorme e le conseguenze si faranno sentire. Ma ci siamo sempre rialzati e lo faremo anche stavolta. La voglia di tornare è forte per tutti ma bisogna aspettare e vedere quali saranno le disposizioni per giocare. Sicuramente quando arriverà il momento entreremo in campo con una grinta incredibile, come se fossimo ancora dei ragazzini. In questo periodo è stato di aiuto tenerci sempre in contatto tramite videochat per impostare gli allenamenti. Abbiamo fatto tutti qualcosa, dagli esercizi per la forza alla corsa, e abbiamo passato la quarantena così”.
Vito Spadavecchia, Varesina: “Mi auguro che si possa ricominciare con la preparazione a partire da agosto, sperando che entro allora sia tutto a posto e che i contagi diminuiscano giorno dopo giorno. È importante pensare al prossimo anno perché se non dovessimo riprendere a settembre sarebbe un disastro per le società dilettantistiche. Purtroppo il campionato si è interrotto sul più bello ma ci atteniamo a quelle che saranno le decisioni della Federazione. Noi in questa situazione possiamo considerarci fortunati perché abbiamo l’appoggio di una società sana che tiene molto ai suoi tesserati e che non ci ha mai abbandonato. Per quanto mi riguarda, la voglia non manca. L’importante è avere una data certa per poter cominciare a lavorare, trovare gli accordi con la società e stare più tranquilli. Non è una situazione facile da gestire, soprattutto per chi vive di calcio e non sa ancora cosa succederà. Penso che sia arrivato il momento di programmare perché più si va avanti più diventa complicato organizzarsi, visto che non abbiamo ancora ricevuto direttive precise”.
Marco Ruzzoni, Verbano: “Mi spiace non aver potuto concludere questa stagione perché stavamo andando abbastanza bene. Come si potrà ripartire è ancora da vedere, ma spero che si ricominci presto e che il mister e la società puntino ancora su di me. In questo periodo stiamo facendo allenamenti individuali a casa. Quando non si poteva ancora uscire mi tenevo in forma sul tapis roulant e facendo esercizi di potenziamento con i bilancieri, ora che possiamo fare anche attività all’aperto mi alleno anche con la corsa in salita vivendo in un posto di montagna. Non vedo l’ora di tornare in campo e non avrei paura di riprendere perché sono sicuro che quando ci daranno il via non ci saranno rischi per la salute e si potrà giocare in sicurezza. Ora stiamo aspettando che si capisca cosa succederà. Riguardo alla stagione scorsa, da una parte non mi sembra giusto promuovere solo la prima perché nel nostro caso eravamo a soli cinque punti e avevamo concluso il girone d’andata come campioni d’inverno. Però non siamo noi a decidere, quindi vedremo come andrà a finire”.
Andrea Mira, Busto 81: “Per ora non si riesce a capire, anche nei vari ambiti della vita quotidiana, come sarà la ripresa. Me l’aspetto lenta e faticosa; forse si sarebbe potuta gestire un po’ meglio ma riconosco che è una situazione davvero difficile. Per i dilettanti penso che magari si potrà ripartire a ottobre e chiaramente sarà un anno particolare, per le conseguenze economiche ma anche umane, perché qualcuno potrebbe aver avuto dei casi in famiglia. Comunque poco a poco bisognerà riprendere a fare tutto, ma non so ancora come e nemmeno quante società resisteranno a questa emergenza. Sinceramente non so cosa aspettarmi e prima di riprendere parlerò con il Busto per capire cosa vogliono fare. In generale la situazione è un po’ strana e considerando com’è andata per la serie A, nelle nostre categorie ci vorrà ancora del tempo prima di arrivare a una conclusione in termini di regolamenti e sicurezza sanitaria. La voglia c’è sicuramente e sarà così per tutti gli altri ragazzi perché in queste categorie, al di là del rimborso economico, si gioca soprattutto per passione. Sin dall’inizio il nostro preparatore atletico ci aveva dato un programma condiviso con il mister per allenarci quotidianamente. Se si riprendesse a breve la situazione sanitaria mi spaventerebbe un po’, quindi dal mio punto di vista aspetterei finché si sistemi tutto prima di tornare in campo. Diciamo che per la prossima stagione oltre alla voglia c’è anche la consapevolezza che ora come ora sarebbe paradossale ripartire. Siamo in attesa, un po’ come tutto il calcio, anche perché al 90% dovremmo essere in serie D, ma bisogna capire se riusciremo a farla e come organizzarci di conseguenza”.
Silvia Alabardi