Tutto tace nei campi della provincia: niente allenamenti e niente incontri domenicali. Arresto forzato che se da una parte è più che necessario, dall’altra fa fare i conti con una stagione ancora in bilico. Un percorso che, come il Laveno di mister Bongiolatti, si è fermato nel momento dello sprint finale. Il Laveno era tra le prime della classe ma ora, come le altre, può solo che aspettare.
Come affrontate questa ulteriore emergenza di allenamenti e campionati sospesi almeno fino al 3 aprile?
“Ci siamo allenati fino a 15 giorni fa ma dopo ci siamo dovuti fermare pure noi, per forza”.
State dando ai giocatori un programma individuale da seguire a casa?
“No, anche perché essendo a casa uno può seguirlo o meno, visto anche le gravi condizioni del periodo, quindi non abbiamo assegnato nulla”.
Dal punto di vista del campionato, secondo lei la scelta migliore sarebbe quella di sospenderlo definitivamente, annullarlo o magari ripartire da dove ci si è fermati?
“Bisogna vedere prima di tutto l’evolversi della situazione e cosa deciderà la federazione dopo. È anche vero che ci siamo fermati tutti e quindi siamo sullo stesso piano sotto l’aspetto di allenamenti e condizione fisica. Penso che non ci siano i tempi necessari per recuperare perché ci sono ancora troppe partite da disputare, pur giocando alla sera. Per le squadre in lotta è una bella fregatura questa”.
Tutto questo comporterebbe anche dei risvolti economici per la società.
“Sì, se vuoi fare una squadra per vincere, con giocatori di qualità, la società spende e investe”.
Lei nel suo piccolo come si sta organizzando, sia a lavoro e anche nella quotidianità?
“Sto lavorando, sono capo treno e per me la situazione lavorativa non è cambiata molto”.
Roberta Sgarriglia