Ad una partenza impervia, è seguita una risalita costante che ha permesso al Morazzone di godersi le alte cime della Promozione. La vetta, appannaggio di un Gavirate che va alla velocità doppia di chiunque altro, è lontana e forse in questa stagione non sarà possibile raggiungerla, ma il paesaggio che si vede dall’attuale zona playoff è a dir poco gradevole.
A confermarlo è Antonio Ligato, un uomo che di calcio ne ha davvero vissuto e visto parecchio prima da giocatore e poi da allenatore e dirigente. In rossoblù è arrivato in estate e conta di rimanerci a lungo, ben impressionato da una società e un team di lavoro di “altra categoria”.

ligato antonio morazzoneAl Morazzone è dirigente, ma anche un po’ allenatore. Qual è il suo ruolo?
“Do supporto a Marco Dallo che è il punto di riferimento di questo club, nonché direttore sportivo della prima squadra. In passato ho allenato Marco alla Solbiatese e, da quando più di 10 anni fa è approdato al Morazzone come giocatore, non si è più mosso. Mi ha corteggiato a lungo e l’estate scorsa ho accettato la sua proposta di dargli una mano nell’organizzazione di questa bella ma complessa macchina. Aiuto anche gli allenatori dei 2008 e per la prima volta nella mia vita mi trovo a lavorare con dei ragazzini e devo dire che la cosa non mi dispiace. A breve comincerò a valutare qualche giovane interessante in vista della prossima stagione e nei mesi che verranno le mie responsabilità potrebbero aumentare. Qui sto molto bene e posso continuare a coltivare serenamente la mia passione per il calcio”.

Questo amore viene da lontano e l’ha portata a fare tante esperienze.
“Sono cresciuto nel settore giovanile del Varese Calcio e sono arrivato a vestire la maglia della Primavera biancorossa. Nei primi anni Settanta la prima squadra giocava in Serie A e ricordo benissimo giocatori del calibro di Gentile, Calloni, Bettega, Sogliano, Massimelli e Volpi. Io purtroppo ho sentito soltanto il profumo della Serie A, ma non ci ho mai esordito. Sono andato in Serie C al Lecco e poi, quando mi è stato proposto un prestito al Marsala, non me la sono sentita di lasciare il lavoro e gli affetti e ho scelto di scendere in Seconda Categoria. Ho giocato nelle serie dilettantistiche fino a 43 anni e poi sono passato in panchina al Luino; la prima esperienza da allenatore non è stata delle migliori perchè ero ancora troppo inesperto, ma successivamente ci ho riprovato e negli anni ho lavorato in tanti club, l’ultimo dei quali è il Cantello”.

Passiamo al presente e, dunque, al Morazzone. La squadra sta ripetendo l’ottimo campionato dell’anno scorso. Qual è il segreto?
“Abbiamo un gruppo giovane, coeso, valido e che ha dimostrato di avere carattere. L’anno scorso potevamo essere una sorpresa, mentre quest’anno ci stiamo ripetendo e, si sa, confermarsi non è mai facile. Credo che l’organizzazione che c’è dalla prima squadra al settore giovanile, di cui Christian Conte è il responsabile, permetta a tutti di esprimersi al massimo e con la necessaria tranquillità. Le strutture, poi, non sono un aspetto secondario e a Morazzone sono di prima fascia. Ultimamente, inoltre, a mister Lorenzi è stato affiancato Pasquale Martusciello come suo secondo che sta curando tutti i particolari della fase difensiva. I frutti stanno arrivando: in due partite del 2020 non abbiamo ancora subito gol”.

L’inizio della stagione, però, non è stato dei più semplici e i risultati non arrivavano.
“La squadra doveva apprendere una nuova identità tattica e in quei mesi è mancata anche un po’ di determinazione. La società è sempre stata vicina sia ai ragazzi, sia a Lorenzi a cui è stata ribadita la fiducia che gli abbiamo accordato in estate. Spesso i club tendono a fare cambi in panchina quando le cose non vanno, mentre noi abbiamo sempre creduto nel nostro tecnico, abbiamo gestito quelle settimane con calma e lucidità e ora i fatti ci stanno dando ragione”.

Dove può arrivare il Morazzone?
“Vogliamo toglierci delle belle soddisfazioni e fare di tutto per arrivare anche quest’anno a disputare i playoff. Credo che le più accreditate per lottare insieme a noi fino alla fine siano la Besnatese, il Meda, l’Olimpia che si è rinforzata parecchio ultimamente, ma anche il Sedriano che andremo ad affrontare domenica. Per noi sarà un esame importante. Il Gavirate è imprendibile, ma per tutto il resto ci siamo anche noi”.

 

IL CAMMINO DEL MORAZZONE

Laura Paganini