Dopo 14 anni, Giorgio Dossena torna ad allenare nel girone A di Promozione lombardo. L’ultima volta, infatti, è stata nel 2006 quando ha guidato l’allora Sommese; adesso invece riparte dal Morazzone di cui ha accettato entusiasticamente la proposta fattagli da due amici di lungo corso quali sono Marco Dallo e Antonio Ligato. La sua avventura in rossoblù, dunque, è ufficialmente partita e Dossena quasi ogni sera è già a Morazzello per prendere confidenza con quei campi e quell’ambiente che presto, con la possibile ripresa delle normali attività, saranno la sua seconda casa.

Che cosa l’ha portata al Morazzone?
“Conosco da una vita Dallo e Ligato che sono stati rispettivamente un mio giocatore alla Varesina qualche anno fa e un mio compagno di squadra nella Gallaratese. Sapevano che la mia avventura all’Origgo si era conclusa, mi hanno contattato, mi hanno esposto la loro proposta e dopo due giorni ho confermato il mio impegno. Sono persone coerenti, pratiche e precise e non ho avuto dubbi. Le strutture che il Morazzone ha a disposizione, poi, sono di prim’ordine e anche questo ha influito sulla mia scelta. Sono molto contento della decisione e fin dai primi giorni c’è stata intesa”.

Il piano che la dirigenza rossoblù ha in mente è pluriennale. Che cosa significa?
“Siamo subito stati d’accordo sul fatto che un allenatore debba avere il tempo necessario per poter lavorare e programmare un progetto e, per farlo, non basta una sola stagione ma almeno due. Ecco, quindi, che la nostra intenzione è quella di far crescere il Morazzone dandoci tempo e spazio per conoscerci e poi raccogliere i frutti”.

Come sarà il suo Morazzone?
“Credo che ogni squadra debba avere la sua identità e personalità, cose che costruiremo insieme. A me piace giocare la palla e avere il pallino del gioco in mano, ma quello che conta alla fine è riuscire a trasmettere fiducia, idee e soluzioni ai giocatori. Sono loro poi ad andare in campo e a mettere in pratica ciò che proviamo in settimana”.

Quanto al mercato, vi state guardando intorno?
“La nostra intenzione è quella di riconfermare la maggior parte dei ragazzi dell’ultima stagione e, quindi, di mantenere il grosso del gruppo per dare continuità e continuare con il trend positivo intrapreso. Aggiungeremo poi qualche tassello e i 2002, dato l’obbligo di schierarne almeno uno. L’unico ragazzo che ho allenato è Martignoni, che ho avuto alla Sestese qualche anno fa; Ghizzi, Bosetti e Libralon, ad esempio, li conosco di nome, naturalmente, ma con gli altri avrò modo di approfondire il rapporto più avanti. Dallo e Ligato me li hanno già descritti e ho totale fiducia in loro. Con qualcuno, poi, abbiamo già iniziato i colloqui individuali e proseguiremo anche nelle prossime sere”.

Che tipo di campionato di aspetta?
“Manco da un po’ di anni dalla Promozione e mi accorgo che molti di quelli che ho allenato adesso sono diventati allenatori; è il caso, per esempio, di Alessandro Lorenzi che è stato un mio giocatore alla Varesina e alla Sestese e che si è seduto l’anno scorso sulla panchina del Morazzone. Il tempo corre e molte cose sono cambiate, ma mi sono sempre mantenuto informato sul campionato e ho visto qualche partita”.

Facendo un passo indietro, qual è il bilancio dei suoi cinque anni all’Oleggio?
“Sono stati gli anni più belli della mia carriera. Ho incontrato sulla mia strada persone di grande spessore che voglio ringraziare. Insieme ci siamo tolti delle ottime soddisfazioni come la promozione in Eccellenza. Quest’anno è andato meno bene dei precedenti e l’avvento della pandemia ha fatto calare il sipario in anticipo. Si è chiuso un ciclo, che mi ha dato modo di imparare tanto anche sul calcio piemontese, e mi sentivo pronto per una nuova esperienza. Auguro comunque il meglio all’Oleggio e spero possa riuscire a costruire una buona squadra nonostante il budget ridotto e fare una stagione positiva”.

Laura Paganini

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