Non l’ha presa bene il presidente del Comitato lombardo della FIGC Baretti, senza mezzi termini e a muso duro ha detto all’Attilio da Velate che la sua è stata una decisione quanto meno avventata! Intendiamoci bene, solo un idiota può negare che il maledetto si sta riappropriando del territorio, seminando paura e preoccupazione.

I dati sono lì a dircelo, con un crescendo purtroppo ampiamente previsto. Il perché e il per come tutto ciò stia accadendo lo sappiamo o pensiamo di saperlo: ritorno alle temperature più rigide, allentamento del livello di attenzione individuale, ecc. ecc.. In attesa del sospirato vaccino, i nostri medici, dopo la tragedia della scorsa primavera che aveva colto tutti di sorpresa e impreparati, hanno sviluppato terapie mirate e decisamente più efficaci che in caso di infezione ci danno la speranza di un epilogo ben di verso da quello che nei mesi di marzo e aprile era stata per molti, per troppi, una drammatica sentenza. Senza dire dell’importanza dei tamponi e dei comportamenti virtuosi e responsabili messi in atto dalla stragrande maggioranza di tutti noi. Alla luce di tutto ciò possiamo dire di trovarci in una situazione che sotto l’aspetto prettamente clinico ha i connotati della prima “ondata”, mentre sotto l’aspetto “sociale” l’atteggiamento della collettività, in termini generali, è certamente più responsabile.

In questo brodo di cottura si devono collocare le decisioni che i nostri politici, nazionali o locali che siano, prendono. Più volte, da queste pagine, abbiamo sottolineato quanto sia difficile per un politico prendere decisioni che implicano delle profonde conoscenze tecniche e/o scientifiche che di conseguenza coinvolgono esperti di questa o quella materia. A motivo di ciò abbiamo imparato a conosce nomi che ai più erano prima sconosciuti: Ricciardi, Galli, Brusaferro, Bassetti, Pregliasco, ecc., a conoscere i loro volti e le loro opinioni sulla pandemia (spesso ampiamente divergenti). Ad essi si sono rivolti e si rivolgono anche oggi i nostri politici, per orientare le decisioni di questi ultimi verso logiche che tengano conto in primissimo luogo la nostra salute. Ovviamente anche Fontana ha il suo stuolo di esperti che sulla base delle loro capacità ed esperienze formulano indicazioni per affrontare al meglio la criticità che stiamo ri-affrontando.

Però qualcosa in questa decisione di fermare i campionati (e gli allenamenti) non quadra… nella forma e nella sostanza. La forma: ci sfugge perché si è presa questa decisione senza minimamente consultare gli organismi Federali (il Comitato Regionale) che avrebbero certamente contribuito in termini di idee e proposte a formulare un provvedimento più “mirato”. Non si capisce poi la questione degli allenamenti: prima sì e poco dopo no. Senza dire dell’ordinanza del 16 ottobre che “normava” l’accesso del pubblico alle manifestazioni sportive, 48 ore dopo completamente superata. Anche senza entrare nel merito, si ha la spiacevole impressione che nella migliore delle ipotesi la “cabina di regia” abbia qualche falla che induca a prendere decisioni “scriteriate”, come le ha definite Baretti. Ma la cosa più eclatante è senza dubbio la discriminazione fatta della Regione tra le categorie dei calciatori, facendo balenare l’dea che il maledetto faccia una selezione tra i giovani giocatori di una Società la cui prima squadra milita in serie D e quelli la qui prima squadra partecipa a campionati di più bassa categoria: assurdo! Come se il protocollo redatto dalla Federazione fosse diverso tra le varie categorie.

Allora Presidente Baretti siamo tutti con te, il movimento ti sostiene e ti appoggia, non per riprendere in modo becero l’attività, ma per affermare che al tavolo delle decisioni dobbiamo essere presenti anche noi E magari anche tu Presidente, per evitare di incorrere nello stesso errore, potresti pensare ad “tavolo” attorno al quale mettere tutte le componenti del tuo movimento (dirigenti, allenatori, giocatori, medici, ecc..), ma ti prego: non chiamarlo Stati Generali.

Ambrogio Baj

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