Ieri vi abbiamo raccontato l’altra faccia degli eroi silenziosi di questi giorni, cassieri, commessi e lavoratori dei supermercati, sempre aperti per garantire l’approvigionamento di beni di prima necessità. Sullo stesso livello degli alimenti ci sono i farmaci, indispendabili per molti di noi. Farmacisti e commesse sono gli altri eroi di questo assurdo periodo storico, lavoratori esposti più di altri al Covid-19 e che nonostante questo non si fermano. Dopo Busto Arsizio, ci spostiamo in provincia di Monza Brianza e poi in provincia di Perugia dove abbiamo raccolto due testimonianze, quella del dott. Ranieri Limonta, che è anche presidente della Vibe Ronchese, squadra di calcio della Brianza che gioca Promozione, e di Rachele Peroni, farmacista e ginnasta.

ranieri limonta farmaciaQUI MONZA – Il dott. Limonta della farmacia Limonta di Ronco Briantino (MB) va al lavoro “con serenità e amore verso quello che faccio. La paura va lasciata a casa perché alla gente va data serenità, è la cosa che più serve in questo momento”. Ci sono clienti che usano la farmacia come scusa per uscire? “Da noi no. La gente viene esclusivamente per cose necessarie, poi a quelle ovviamente abbinano quelle non indispensabili. Ma non c’è chi arriva per comprare cose che non gli servono”.
Sul fronte tutele ci dice: “Ci siamo tutelati da soli come lavoratori, le forze governative ci hanno lasciato completamente allo sbando, nessuno ci ha tutelato se non con qualche email con presupposti di formazione su cosa fare in generale. Di materiale necessario a tutela dei lavoratori, che sono in prima lina come i medici, nessuno”.
Lo stato d’animo della gente? “Io percepisco tanta confusione e questo perché ognuno dice la sua. In questo modo si genera solo caos, non siamo tutti professori. Ci sono pareri che contano più di altri ed è di quelli degli esperti che abbiamo bisogno. Servono messaggi chiari e certezze e solo gli addetti ai lavori e i canali ufficiali possono darli. Non c’è bisogno del parere inutile di fantomatici esperti”.

racheleQUI SPOLETO – “Andare a lavorare in questo momento è davvero pesante. Personalmente ho molta ansia e paura – ci racconta Rachele Peroni, farmacista 33enne ex ginnasta e giudice nazionale di ginnastica ritmica -. Per fortuna devo dire che la maggior parte dei clienti viene effettivamente solo per le urgenze. Noto però che in qualche caso c’è ancora chi utilizza la spesa in farmacia come scusa per fare una passeggiate, tant’è che mi è capitato di servere le stesse persone per più volte al giorno, venute a comprare cose non così necessarie diciamo”. Lavorativamente vi sentite tutelati? “Al momento le protezioni che usiamo dove lavoro sono delle mascherine Ffp1, che tra l’altro ci siamo comprati di tasca nostra, e quindi non sono molto adatte. Inoltre, considerandone la scarsità, le dobbiamo utilizzare per più di una giornata. Alle casse è stato montato il plexiglass. Sinceramente ci sentiamo poco considerati da chi ci governa; non veniamo mai menzionati eppure anche noi siamo in prima linea e anche tra noi farmacisti i casi di contagio sono crescenti”.

E i clienti? “Alcuni, magari chi ha già qualche acciacco o parenti anziani, sono davvero preoccupati e stanno attenti a loro volta. Altri continuano a fare la loro vita uscendo e non sembrando minimamente coinvolti da quello che sta succedendo”. Un grave danno lo stanno facendo le fake news: “Il consiglio è di cercare di leggere  soltanto le notizie che escono sul sito del ministero, protezione civile o aifa e soprattutto non esitare a chiedere a noi farmacisti o altri del settore. Noi ci siamo sempre” conclude Rachele, in prima linea nonostante la paura.

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Elisa Cascioli