WhatsApp Image 2020-03-25 at 12.24.03Medici, dottori, infermieri, operatori sanitari (foto a lato), gente in prima linea per salvare vite, per non arrendersi di fronte alla malattia; gli eroi di questa emergenza sanitaria causata dal Coronavirus non hanno super poteri, non sono dotati di bat mobili, né di ragnatele, non volano e soprattutto non sono personaggi di fantasia. Sono gente comune, che vive e lavora tra noi e che, più di altri, rischia la salute pur di portare avanti il suo lavoro. In questi giorni abbiamo raccolto le testimonianze dei lavoratori che, esposti al pubblico, rischiano più di tutti di contagiare loro stessi, i loro familiari, ma anche le altre persone con cui vengono quotidianamente a contatto. Dopo avervi raccontato le storie di due farmacisti, della Protezione Civile di Varese e di una commessa del supermercato, oggi parliamo di altri lavoratori esposti: impiegati postali.

Un vero e proprio allarme è stato lanciato nelle scorse settimane dai sindacati e subito è partita una corsa contro il tempo per mettere in sicurezza chi lavora negli uffici e chi fa la consegne. “I lavoratori delle Poste – esprime la nota sindacale – sono particolarmente esposti al contagio e il contatto quotidiano con decine e centinaia di migliaia di persone al giorno, ne fa un veicolo di trasmissione eccezionale. In questa fase questo tipo di lavoro, in queste condizioni, non solo è pericoloso per noi, ma per l’intera collettività, se l’obiettivo è limitare la diffusione dei contagi e contenere l’epidemia”.
In totale sono 4, due postini e due sportellisti, i dipendenti di Poste Italiane deceduti per il Coronavirus nel nostro paese. L’azienda ha optato per chiudere alcuni uffici, diminuire gli orari di altri e sta provvedendo alla sanificazione di quei pochi rimasti aperti mentre nel frattempo sta fornendo i lavoratori di mascherine, guanti, gel disinfettante. Altri dipendenti restano a casa per effetto della chiusura. Negli uffici più grandi di Varese sono già stati installate le barriere in plexiglass; così come al supermercato e in farmacia, entrano pochissime persone alla volta mentre le altre restano fuori in coda. La chiusura però non ha fatto altro che aumentare il flusso negli uffici rimasti aperti. In merito, i sindacati Cisl, Cgil Uil, Failp e Confsal hanno denunciato una “eccessiva concentrazione di clienti negli uffici postali rimasti aperti e spesso per svolgere operazioni non urgenti”. Le sigle sindacali hanno chiesto al Governo di fare chiarezza su ciò che è urgente e indifferibile nella erogazione dei servizi postali per poter diradare la presenza dei cittadini negli uffici”.
Pagare le bollette con scadenza non immediata, chiedere i saldi o le liste movimenti, prelevare quando c’è il postamat non sono certo operazioni urgenti.
Discorso diverso per le banche, che ovviamente offrono servizi diversi: da mercoledì 25 marzo sino al 2 aprile ci si potrà recare agli sportelli solo previo appuntamento in base all’accordo che i sindacati di categoria hanno raggiunto con l’Associazione bancaria italiana.

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Gli altri eroi silenziosi PARTE 1. I lavoratori dei supermercati
– Gli altri eroi silenziosi PARTE 2. La Protezione Civile
– 
Gli altri eroi silenziosi PARTE 3. I farmacisti

Michele Marocco