“Basta delegare le responsabilità, ci metto la faccia e se devo sbagliare sbaglio in prima persona”. Le idee chiare di Oscar Gilardi candidato al ruolo di responsabile del calcio a 5 in Lombardia, potrebbero essere riassunte così.
Un lungo cv sportivo e la voglia di scrivere un nuovo capitolo di questa disciplina, una sorta di “dentro o fuori”, di “adesso o mai più” che possa davvero trasformare il “disastro pandemico” in un’occasione unica, quella di poter vedere rifiorire il calcio a 5 passo dopo passo.
Oscar Gilardi tutto questo lo sa bene e questa volta non ha esitato quando si è trattato di alzare la mano e dire “Sì, io ci sono”.
Ma è proprio questo ciò che l’ha spinta a tale candidatura?
“Credo sinceramente sia arrivato il momento di dare una svolta, di affidare questo incarico ad un uomo di campo perché in passato quasi tutte le persone che hanno guidato questo movimento provenivano da situazioni affini ma non così dirette; il mio totale disaccordo con l’attuale responsabile che non ha mantenuto la parola data ha fatto sì che mi tuffassi in prima persona in quest’avventura”.
E il suo curriculum, in effetti la dice lunga.
“Io ho giocato nel calcio a 11 salvo poi dedicarmi al calcio a 5 dai 19 anni in avanti e me ne sono innamorato; sono stato arbitro a Seregno, dal 1998 al 2012 responsabile a Paderno Dugnano a livello regionale, mentre dal 2011 al 2017 responsabile a livello nazionale nelle società Lecco calcio a 5 e Saints Pagnano di cui ho fondato i settori giovanili; dal 2018 ecco l’ingresso in regione e ad oggi sono da quattro anni il delegato di Monza”.
Quali sono i punti cardine del suo programma?
“Sono semplicemente quattro: fare uno step di stallo di tre anni, tre anni in cui non si devono cambiare le regole, i costi, ecc, riassestarci per programmare un futuro migliore, tanto non ci corre dietro nessuno ma le cose devono essere fatte bene; il secondo punto è far giocare il settore giovanile e il settore femminile con il tempo effettivo, è la nostra peculiarità e non possiamo permettere che ragazzi e ragazze arrivino ad affacciarsi nel mondo delle prime squadre senza aver mai giocato con il tempo effettivo perché è tutto completamente diverso; il terzo ed il quarto punto sono correlati ovvero far sì che tutte le multe del calcio a 5 restino nel calcio a 5 (punto 3) e che vengano poi ridistribuite nei nostri settori giovanili (punto 4), in sostanza vorrei che il crl gestisse la nostra contabilità come ha sempre fatto ma affidandoci una piccola cassa solo nostra”.
Alla luce di questi obiettivi è evidente che lei punta a ripartire dal basso senza proclami eccessivi…
“Sì esatto, è questo il nocciolo della questione, ripartire dal basso, fare poche cose ma farle fatte bene, è impensabile, a mio avviso, articolare programmi troppo complicati, sarebbero irrealizzabili”.
Quali sono gli step da qui al 9 gennaio, giorno delle votazioni?
“Il primo step sarebbe capire come si voterà, ancora ad oggi non sappiamo per certo se saremo a Treviglio, se si potrà fare in presenza o se avverrà da remoto e tutto questo lo trovo assurdo, nel mentre ci stiamo muovendo per raccogliere tutte le deleghe di quelle società che sanno per certo di essere assenti”.
E il primo step nel caso in cui le elezioni dovessero andare come lei spera?
“Il primo passo sarà arrivare a fine gennaio con in mano l’alternativa giusta per il proseguo di questa stagione di calcio a 5: mi spiego meglio, vorrei contattare tutte le società lombarde e con una votazione interna arrivare a decretare qual è la nostra volontà, arrivare a dire “Se il governo decide A la nostra modalità di ripresa sarà questa, se il governo decide B sarà invece quest’altra”, l’importante è avere un’idee ben chiara del da farsi nel futuro più immediato, le società devono organizzarsi, ci sono mille fattori da tenere in considerazione, non ultimo il capitolo scuole e quindi il capitolo palestre e palazzetti”.
Lei pensa che il post covid o per meglio dire la seconda parte di convivenza con questo virus possa dare uno scossone ulteriore al calcio a 5?
“Io credo che da questo disastro, ovviamente non voluto da nessuno, sia necessario tirare una riga e che il da farsi sia dare un senso logico all’illogico, è paradossale lo so, ma non abbiamo vie d’uscita non questo, è necessario ponderare ogni scelta perché mai come questa volta da tali scelte dipende davvero il futuro del calcio a 5, qualcuno dice che sono “poco malleabile” e come dargli torto, io non sconfino nel lavoro altrui ma sono abbastanza certo che le cose siano o bianche o nere, e che oggi come oggi non possiamo sbagliare nello scegliere quale strada imboccare”.
Mariella Lamonica