Andrea Manetta, coach Pallacanestro Verbano Luino, è ancora lì che se li stropiccia. Gli occhi. E quasi scherzando non crede a quello che vede. “Non credo, o meglio, non avrei mai creduto di poter completare la squadra prima della metà di giugno anche perchè – dice in tono realistico il tecnico di Luino -, nelle previsioni stilate un paio di mesi sembrava che la sbandierata crisi post-coronavirus avrebbe messo in ginocchio l’intero movimento. Invece, al contrario, vedo e sento che gran parte delle partecipanti sono già pronte, attrezzate e cariche per ricominciare. E, felicemente, per una buona programmazione e una serie di circostanze positive, noi di Luino siamo in questo gruppo”.

Quindi, squadra completata a tempo di record e con quali giocatori?
“Prima di tutto partirei da un annuncio atteso: la conferma di Luca Moalli che, atteso come Gesù Bambino per 4 mesi nella scorsa stagione, e inseguito dal 99% delle formazioni di serie CGold e Silver, ha deciso di restare con noi. Così alla ripresa dell’attività per il 2020-2021 (sempre se ci sarà una ripresa… ndr) Luca sarà il nostro playmaker titolare chiamato a guidare un gruppo “finito” con Ciotti, Gubitta, Conti, Bertani, Pagano, Saredi, Del Bosco, Vescovi, Pehar e Sabadini”.

Con quali prospettive avete costruito il gruppo?
“Abbiamo puntato su un gruppo di senior che conosciamo bene, su un play e un lungo di assoluto valore per la categoria e contiamo molto sul percorso di crescita dei giovani sui quali puntiamo tanto. Il volto nuovo sarà Del Bosco che ha fatto molto bene lo scorso anno in D a Malnate (15 punti a partita per l’ala classe 1998, ndr). Detto questo non credo sia il caso di parlare di obiettivi perchè è oggettivamente prematuro. Tuttavia, io e il g.m. Minetti siamo più che convinti ci siano un alto livello di allenabilità e tutte la qualità per fare bene. Però, non si gioca da soli, quindi con pazienza ci mettiamo alla finestra e prima di indicare possibili traguardi, cercheremo di capire come si comporteranno i nostri avversari e cosa allestiranno”.

Massimo Turconi

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