Che lo stop dei campionati regionali deciso dall’Ordinanza di venerdì sera del Presidente Fontana avrebbe portato a numerose polemiche era, praticamente, inevitabile. A farsi sentire anche le categorie minori, che non ci stanno a questa nuova fermata.
A dire fortemente la sua è Gianmaria Sacchi, 48 anni, attaccante e direttore sportivo del Parabiago, squadra del girone M della Seconda Categoria. “La decisione che è stata presa – dice Sacchi – è, a mio avviso, assurda e insensata e soprattutto non porterà a nessun risultato. Stiamo parlando di una pandemia di asintomatici con un valore molto basso di contagiosità e l’unico modo per far diminuire i positivi è smettere di fare i tamponi a gente sana”.

Non le manda dunque a dire l’attaccante, che rincara. “Fermare il calcio e lo sport in generale significa far morire psicologicamente migliaia di giovani e questo fatto è sicuramente molto più grave di un virus ormai gestibilissimo con un tasso di mortalità inferiore alla classica influenza”.
Non ci sta Sacchi, che dice anche: “Mi assumo tutte le responsabilità di quello che ho detto, anche se non ho detto nulla di strano”. Un pensiero, dunque, che non accetta questa situazione. “Il problema – chiude l’attaccante del Parabiago – è che questo governo sta amministrando a proprio piacimento, trattandoci come dei burattini: vogliono più positivi e per questo fanno più tamponi. Come se ci fosse un joystick che ci comanda. La Lega Nazionale Dilettanti ha preso questa decisione, ma a chi dobbiamo obbedire a gente che non sa neanche che cosa è un pallone? Hanno sospeso il calcio, ma se io domani andassi al parco con i miei compagni di squadra, potrei giocare e allora il problema lì non c’è? Mi spiace ma siamo in mano a gente a cui obbedire è impossibile”.

Silvia Galli
(foto www.fcparabiago.com)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui