In un piovoso mercoledì ligure pre natalizio i destini di Pietro Tripoli e del Varese si sono incrociati nuovamente, questa volta da avversari. Era il 2013 quando l’attaccante palermitano classe ’87 lasciava definitivamente la corte del Franco Ossola, dopo tanti successi ed enormi soddisfazioni con la scalata dalla C2 alla Serie B.

Ieri, a sette anni di distanza, Tripoli ha ritrovato sul suo cammino i biancorossi. Altro nome, ora Città di Varese, altra realtà, ma stessi colori e stessa passione, elementi che l’attaccante della Lavagnese non manca di sottolineare: “È la prima volta in assoluto che gioco contro una mia ex squadra e mi fa strano farlo proprio contro il Varese. È un’emozione un po’ particolare, ma al tempo stesso è davvero bello perché mi fa solo piacere ritrovare il Varese, soprattutto dopo gli anni difficili che la piazza di Varese ha passato. Vedere i biancorossi in Serie D, una categoria comunque importante, quest’anno più che mai, è una bella sensazione e sono contento che il calcio a Varese stia tornando”.

Emozioni a parte, Tripoli in campo ha dato tutto e ha fatto il possibile per “regalare un dispiacere” alla sua ex squadra. In parte c’era riuscito perché al 40’ del primo tempo aveva gonfiato la rete alle spalle di Lassi, ma la bandierina dell’assistente del direttore di gara ha negato alla Lavagnese il momentaneo pareggio. “Ho fatto apposta a stare in fuorigioco – scherza Tripoli –, ma a prescindere state tranquilli che non avrei esultato. A parte questo, comunque, è stata una buona partita giocata a testa alta da entrambe le squadre. Sono contento perché ci portiamo a casa un punto importante che muove la classifica e ci dà morale”.

Fuori dal campo, finita la partita, Tripoli si è riabbracciato con due vecchie conoscenze dell’avventura varesina, Neto Pereira e Giulio Ebagua (nella foto a destra). Quest’ultimo potrebbe ben presto tornare a vestire il biancorosso, mentre Neto ha già sposato il nuovo corso targato Città di Varese ed è proprio su di lui che si concentra Tripoli: “Vederlo in panchina fa un effetto davvero strano, anche perché quando l’ho sentito due mesi fa mi aveva detto che voleva continuare a giocare. In ogni caso sono molto contento per lui: è arrivato fin qui grazie alla persona che è, se lo merita, e non posso che essere felice per quanto riguarda il suo futuro perché sono certo che alla lunga dirà la sua”.

E Pietro Tripoli? Per quanto dirà la sua? “Fin quando avrò la forza e la voglia di giocare continuerò a fare il calciatore. Come Neto ho preso il patentino Uefa B, per cui un domani chissà… sicuramente rimanere in questo mondo mi farebbe solo piacere”.

E chissà che l’attaccate trentatreenne non rimanga in questo mondo vestito di biancorosso, magari sia da giocatore sia da allenatore perché, dopo ieri, le strade di Pietro Tripoli e del Città di Varese potrebbero, in futuro, incrociarsi ancora una volta.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui