Dicono che sul Tuttosport di ieri si parla di Pro Patria. Verifichiamo di persona. In prima pagina il “No grazie!” di Dybala al PSG. Vabbeh, interessante, ma passiamo oltre. A pagina 17 Cairo salda una mensilità al Toro. Ok, ce ne faremo una ragione. Alle pagine 26 e 27 “C come Cuore. L’onestà nel DNA della Pro Patria”. Oh, finalmente.
A 2 anni esatti dallo Scudetto Dilettanti conquistato a San Giovanni Valdarno (proprio in quel 2 giugno che è data feticcio della storia biancoblu), il quotidiano torinese dedica 2 intere pagine al club tigrotto. Ponendo l’accento su stile societario, oculatezza di gestione e orizzonti futuri. Grazie alle parole di chi da ormai quasi 5 anni ha saputo ridare spessore e dignità ad una piazza storica raccolta dalla polvere. Purtroppo, non solo sportiva.


Ovvio riferimento alla presidentessa Patrizia Testa: “Io non ho risorse importanti se non due P: passione e pazzia, vista la mia ostinazione a essere ancora qui dopo la pandemia. Ora ridurremo il budget ma non molliamo. Ho avuto la fortuna di trovare sulla mia strada Sandro Turotti che a distanza di 4 anni è ancora il mio direttore sportivo. Mi sono convinta che sia fondamentale far crescere un buon settore giovanile”. Da cui in passato sono transitati elementi di discreto avvenire: “Ogni anno cerchiamo di dare qualche giocatore alla prima squadra. Il buon Aubameyang ha giocato da noi prima di esplodere e diventare una stella del calcio internazionale, prima col Borussia Dortmund e poi all’Arsenal. Per i nostri 100anni ci ha inviato un videoclip con la dedica “Io non dimentico”.   

L’argomento futuri (possibili) innesti nell’organigramma societario non prevede compromessi. Piuttosto, un chiaro specimen: “Gente radicata sul posto che non può evaporare e sparire dalla sera alla mattina come si vede in certi film di banditi. Certi personaggi che fanno disastri amministrativi o fallimenti da una società all’altra dovrebbero essere radiati. Così come esiste il Daspo per gli Ultras, dovrebbe esserci anche per queste figure che fanno solo il male del mondo del pallone. Via i lupi dal calcio. Ci sono persone che arrivano da lontano e fanno benissimo, ma l’immagine del calcio è quella dove c’è un legame di passione col territorio. Sono stata avvicinata da gente che ha fallito in altri club e quindi non li ho nemmeno presi in considerazione. Il grave è che questa gente può ancora lavorare nel calcio con una lucida premeditazione! E io, dopo aver rimesso la Pro Patria all’onor del mondo, non ci penso nemmeno di darla a gentaglia”. 

Giovanni Castiglioni

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui