L’orizzonte auspicato è quello del 3 maggio. Solo allora (e certamente non prima) potrebbero riprendere i campionati sospesi a marzo per l’emergenza Covid-19. Questo quantomeno è lo scenario su cui si stanno muovendo i vertici dello sport italiano. Venerdì il numero uno del CONI Giovanni Malagò aveva (di fatto) ridotto a puramente tecnica la scadenza del 3 aprile: “Ascolto spesso persone senza specifiche competenze che si sbilanciano su previsioni e non ho mai capito bene da che punto di vista. Tutto è in mano ai tecnici: se il 3 aprile si vedrà la luce in fondo al tunnel sarà possibile programmare, pianificare un nuovo calendario delle competizioni nazionali e internazionali. Ma tutto questo è subordinato a ciò che avverrà: allo stato dell’arte non è possibile prevederlo”.

Ieri intervenendo in diretta a XXL, il domenicale sportivo di Italia Uno, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha invece lasciato intuire in filigrana quanto potrà accadere nei prossimi giorni: “Cercheremo di arrivare alla fine di questo campionato perché è più giusto e corretto dare una definizione ai tanti investimenti e sacrifici delle nostre società. C’è la discriminante legata all’Europeo, per il quale gli investimenti e le aspettative sono molto alte. Martedì affronteremo questo tema: il principio primario è la tutela della salute. L’Italia è in questo momento due settimane più avanti, gli altri probabilmente non hanno ancora l’esatta dimensione delle cose. Proporremo alla Uefa di soprassedere alla disputa dell’Europeo. L’auspicio è quello di arrivare al 30 giugno, senza dimenticare che oltre alla Serie A ci sono altri campionati che devono avere la loro definizione. E dobbiamo inserire anche la Champions e l’Europa League. La deadline è il 30 giugno, eventualmente vediamo se sforare oltre il 30. Le squadre devono allenarsi? Se il campionato dovesse riprendere a inizio maggio io lascerei perdere la questione allenamenti, per il momento. Lasciamo stare ragazzi a casa, devono recuperare energie fisiche e mentali“.

Declinando l’argomento in chiave Serie C, le 12 gare mancanti alle squadre più in arretrato con il calendario (tra cui la Pro Patria) andrebbero gestite in 10 weekend (e 9 settimane). Tempo utile per chiudere la stagione (nel Girone C mancano “solo” 8 giornate frutto della scelta discutibile della Lega di non uniformare il blocco dei campionati) con tanto di playoff ai minimi termini (plausibilmente non più di una Final Four). Virus permettendo, s’intende. Nel frattempo, gli allenamenti restano (da accordo collettivo) fermi sino a venerdì 20. Anche se il Padova ha già annunciato che riprenderà l’attività proprio in quella data.

GallianiA chiosa del giro di opinioni, le parole a MBNews.it dell’a.d. del Monza Adriano Galliani secondo cui l’epilogo dell’annata non sarebbe in discussione: “A differenza di qualche voce, vi posso dire che il campionato di serie C si concluderà, non sappiamo ancora quando potremo tornare in campo, ma si sta valutando anche l’ipotesi di andare oltre il 30 giugno. Dovremo sederci attorno ad un tavolo con l’Associazione Calciatori per capire se i giocatori possono giocare con le società anche con il contratto in scadenza a fine giugno”.                                  

Giovanni Castiglioni