Nemmeno il tempo di prendere in mano la situazione, di focalizzarsi sui giovani granata vergiatesi che puf, come una bolla di sapone, tutto scoppia e rimani lì tra l’incertezza e l’impossibilità di fare qualcosa.
Pietro Rizzuto, con un lungo curriculum di esperienze nel mondo del calcio giovanile, tra cui Busto 81, Como, Arsaghese, rappresentativa provinciale,…, nel mese di dicembre aveva ceduto alle lusinghe del presidente della Vergiatese Garibaldi Fede sposando appunto la causa granata con il ruolo di responsabile del settore giovanile.
Nonostante la scorsa estate sembrava avesse reindossato i panni del mister tramite la panchina degli allievi nazionali del Gozzano, i repentini cambi societari non hanno dato il via alla stagione, interrotta il 24 luglio, ancor prima di decollare. Da lì un nuovo stop, in attesa di ritrovare sotto l’albero di Natale nuovi stimoli.
“Ho accettato la sfida Vergiatese con grande entusiasmo, per me è un ritorno, peccato però che il tempo a disposizione sia stato troppo poco per dare segnali forti“.
Che cosa puoi dire dell’inizio di quest’avventura? Cosa stavate mettendo in pista?
“L’approccio è stato bello e anche la disponibilità mostrata da tutto lo staff dirigenziale, nonchè dai ragazzi e dalle loro famiglie; avevamo già avviato tutte le pratiche per realizzare un campo in sintetico all’interno della nostra struttura ed il nostro sito racconta anche la programmazione dei vari tornei estivi per tutte le categorie del settore giovanile, categorie che ricopriamo con tutte le annate grazie a oltre 180 tesserati che, non dimentichiamolo, hanno davanti ai loro occhi lo sbocco di una prima squadra in eccellenza, peccato che ora con ogni probabilità queste attività già programmate svaniranno, ma non possiamo fare altro che aspettare, di sicuro faremo tesoro di questa esperienza e ripartiremo più forti di prima“.
Che cosa significa per te quest’ultima frase ovvero “Fare tesoro di questa esperienza?”
“Credo che in questi giorni tutti noi siamo stati portati a fare delle riflessioni ed un esame di coscienza, dentro devono rimare le cose migliori, abbiamo dato per scontate troppe cose, tutto ciò deve necessariamente spingerci verso una mentalità diversa“.
La distanza forzata dai campi da gioco ed in questo caso dai ragazzi della Vergiatese come la stai vivendo?
“È un bel vuoto, lo confesso, ma non abbiamo perso i contatti, anzi tramite il video in cui ogni ragazzino mostra la sua speranza abbiamo cercato di stimolare la fantasia di tutti ed abbiamo trovato un modo per sentirci più vicini nonostante la distanza, colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno detto sì senza pensarci due volte“.
Chiuso per un attimo il discorso Vergiatese entriamo nella sfera lavorativa, altro settore che ti vede in prima linea visto che lavori in ospedale come radiologo.
“In questo periodo chiunque lavori in ospedale è particolarmente sollecitato dall’emergenza e si ritrova coinvolto in turni massacranti e situazioni anomale, tutti stanno dando il 110% ed è lodevole, è lodevole anche sentirsi chiamare “eroi”, ma gli “eroi” potrebbero divenire, inconsapevolmente, i più grandi diffusori del virus; ci sono strutture non attrezzate, mancano i dpi e soprattutto è assurdo pensare che si lavori in queste condizioni e che nemmeno i medici siano stati sottoposti al tampone; fino all’altro giorno i contagi tra gli operatori sanitari erano 4285, sono numeri che non possono passare inosservati“.
Oltre queste misure di sicurezza, quali sono secondo te le iniziative più significative e le misure da adottare?
“Io sposo ad esempio la mossa del Piemonte di chiudere le strutture minori, i piccoli pronto soccorso per ridistribuire il personale sanitario negli ospedali più grandi, credo che “Il fare” che “l’agire” valga più di ogni altra bella parola ed è per questo che penso che tutti coloro con potere decisionale debbano prendersi delle responsabilità, non dimentichiamoci che la sanità in Italia è regionale e che purtroppo non tutte le regioni hanno le stesse possibilità, io predico l’uguaglianza da nord a sud, quando arriveremo a questo allora potremo parlare di una sanità italiana eccellente“.
Chiudiamo con un pensiero positivo: cosa ti auguri per la Vergiatese e per l’Italia post questo “periodaccio?”
“Per la Vergiatese spero che questa sosta sia uno stimolo per avere ancora più entusiasmo, la strada imboccata è quella giusta, ho grande fiducia in questo progetto anche perchè stimo molto il presidente Fede, una persona umile che ha fatto un bel percorso prima di ricorprire questo ruolo, e per l’Italia mi auguro che non si dimentichi in fretta “il passato”, anzi che non si dimentichi affatto, impariamo dai nostri errori e diventeremo più forti“.
Mariella Lamonica