Il Rugby lombardo, come tutti gli altri sport di contatto, ha fatto un passo indietro verso il ritorno alla “normalità” dopo l’emanazione dell’ordinanza 620 della Regione. Il testo dell’ordinanza determina la sospensione di “tutte le gare, le competizioni e le altre attività, compresi gli allenamenti, degli sport di contatto, svolti a livello regionale o locale, svolto sia a livello agonistico che di base, dalle associazioni o società dilettantistiche”. La sospensione è applicata a partire da sabato 17 ottobre fino al 6 novembre a tutte le attività gestite dal Comitato Regionale Lombardo. La Federazione Italiana Rugby ha, di conseguenza, rilasciato un comunicato ufficiale, spiegando chiaramente cosa cambia nel panorama ovale italiano dopo la “620”.

Se per alcune categorie e squadre la nuova ordinanza rappresenta un duro colpo da digerire, per altre si parla di una vera e propria mazzata, quantomeno in Lombardia. Infatti, in base al dpcm del 18 ottobre, tutta l’attività seniores a carattere nazionale e regionale può proseguire sull’intero territorio, ma per quanto riguarda appunto la Lombardia, la situazione sembra essere diversa. Quindi la serie C2 e le giovanili, per il momento, sono ferme. Al contrario, come da comunicato FIR “sono consentiti gli allenamenti e la regolare disputa di competizioni per le Società partecipanti all’attività  nazionale –  Peroni TOP10, Serie A Maschile, Serie A Femminile, Serie B, Serie C Girone 1“. 

Dando uno sguardo alla nostra provincia, si possono vedere le due facce della medaglia della situazione attuale. Da un lato c’è il Rugby Varese che, partecipando al campionato nazionale di Serie B, rientra nella categoria di squadre che possono continuare gli allenamenti in attesa dell’inizio del campionato, ma non può far allenare il settore giovanile e le amichevoli pre stagione sono a rischio; dall’altro lato è molto diversa la situazione di Malpensa Rugby, Rugby Valcuvia, Amatori Tradate e Rosafanti Rugby che militano nella Serie C Girone 2 e sono costrette a fermarsi completamente, per la seconda volta dall’inizio della pandemia. 

Stefano Sessarego
(foto Andrea Monti)

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