Fuori il Siena. Dentro la Giana Erminio. Anche se non ancora ufficiale, il primo effetto della mancata iscrizione della Robur sarà la riammissione in C dei Ragazzi della Martesana. Stesso discorso per la Sicula Leonzio (il cui slot in Lega Pro verrà ereditato dal Ravenna) e per il Campodarsego (rinunciatario alla promozione dalla D acquisita sul campo a favore della seconda Legnago).
In breve, 2 riammissioni e un ripescaggio. Questo lo stringatissimo report in calce alla deadline di ieri relativa alle iscrizioni. In attesa di completare il quadro con le retrocesse dalla B (Livorno, Juve Stabia, Trapani più la perdente del playout tra Perugia e Pescara), cui è concessa una deroga sino al 24 agosto per la presentazione della pratica di allineamento ai blocchi. E aspettando di capire se tutte i plichi presentati saranno effettivamente ad hoc. In caso contrario, la Pianese sarebbe la prima beneficiaria.   

Quando il gioco si fa Durio. Una toscana in meno (Siena) e una lombarda in più (Giana Erminio). Il saldo del plausibile Girone A 2020/2021 è figlio (non casuale) di due modi opposti di fare calcio. Quello dissennato (almeno in tempi recenti) dei bianconeri e quello virtuoso dei biancoazzurri.
In particolare, nella Città del Palio, il passivo accumulato dalla gestione della presidentessa (nella foto) Anna Durio (1.3 milioni) fa a pugni con la scelta di giugno di giocare comunque i playoff (con tanto di primo turno saltato causa forfait dell’Arezzo). A dispetto degli stipendi del primo trimestre pagati fuori tempo massimo (con relativa penalizzazione di un punto) e di una avventurosa trattativa di cessione con probabilità di successo prossime alla virgola. In soldoni, dopo il fallimento e la revoca dell’affiliazione del 2014, un altro azzeramento societario. Che va a braccetto con lo psicodramma della Mens Sana di basket. Una piazza nuovamente coventrizzata dopo la finale playoff persa con il Cosenza solo 2 stagioni fa. Insomma, breve storia triste. Secondo formula largamente in uso ultimamente.

Ciao Darwin. Il peggio non è però alle spalle. Anzi, deve ancora venire. Intervenuto ieri a Tutti Convocati, il format sportivo di Radio24, il presidente di Lega Francesco Ghirelli ha sinistramente avvicinato scenari lugubri. Molto lugubri: “Senza sponsor e pubblico le società rischieranno molto. Oggi termina la prima fase delle iscrizioni, terranno i club perché alcune misure sono state adottate, come la cassa integrazione, anche se ci sono dei ritardi. Temo fortemente la ripresa, se non si allenta il protocollo sanitario, se non si riaprono gli stadi, se non ci sono gli sponsor, con l’obbligo dei tributi in autunno, il crac di tante società è automatico. Sul credito d’imposta mi aspettavo più celerità. Condivido la preoccupazione di Gravina per la ripresa. Da febbraio le squadre del nord non hanno incassi, quelle del sud da marzo. Pensiamo ai giovani calciatori, questo era il periodo dei provini e non ci sono”.
Tatticismo o realismo lo sapremo solo tra qualche tempo. Resta però sempre più sfuocato il futuro di una categoria logorata dalla crisi e compressa tra professionismo e dilettantismo. Una riforma non è più derogabile. Salvo lasciar fare alla selezione naturale e al caro vecchio darwinismo. Chi ce la fa, bene. Chi no, arrivederci e grazie. Con il cinismo a surrogare scelte impopolari che la Federazione non può (o non vuole) affrontare.                                                 

Giovanni Castiglioni   

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