Con il DPCM del 26 aprile, il premier Giuseppe Conte ha fatto il punto anche sul tema delle attività sportive. Dal 4 maggio potranno riprendere gli allenamenti degli atleti “professionisti e non” che praticano sport individuali e che sono di interesse nazionale, mentre dal 18 maggio potrebbe esserci il via anche degli sport di squadra. Al momento, questa è ancora una possibilità al vaglio di Conte e della sua task force che dovrà stendere una serie di norme di sicurezza da rispettare da parte delle società e dagli sportivi stessi.
E il calcio dilettanti? Una possibile ripresa dei campionati dalla Serie D in giù sembra molto difficile e, allo stesso modo, pure una ripartenza degli allenamenti.

Sul tema, ecco il parere delle tre società del nostro territorio di Serie D: Legnano, Castellanzese e Caronnese. 

 

LEGNANO (DS Matteo Mavilla): “Da quasi due mesi i ragazzi lavorano da casa seguendo il programma di allenamenti individuali coordinati da mister Cusatis e dal preparatore atletico Olgiati, per farsi trovare pronti nel caso si possa terminare la grande annata calcistica che li ha visti protagonisti. Chiaramente, più passa il tempo e più le speranze si affievoliscono. Al momento si parla di ripresa degli allenamenti di Serie A subordinata a protocolli sanitari molto stringenti, che non sono perseguibili nelle serie inferiori. Sulla data del 18 maggio pare addirittura che non ci sia accordo nemmeno per la serie A, dunque bisognerà attendere le prossime settimane. È un periodo di grande incertezza per tutti, siamo in attesa di comunicazioni ufficiali della LND, che però a sua volta si riferisce alle decisioni dei comitati tecnico-scientifici, dunque non ci resta che aspettare, non possiamo fare altrimenti”.

CASTELLANZESE (presidente Alberto Affetti): “La Castellanzese non è favorevole alla ripresa del campionato di Serie D per il semplice fatto che non ci sarebbero i margini adatti per riprendere il campionato. I nostri giocatori sono fermi da tanto tempo, inizio marzo, e anche nelle più rosee aspettative avrebbero bisogno di rientrare in forma con cautela, ma non avrebbe davvero senso. Sarebbe assurdo ritornare sui campi anche perchè i tamponi non sono una risposta sicura al cento per cento. Magari oggi un giocatore fa il tampone, tutto è regolare e si ricomincia. Poi domani risulta positivo e si è costretti a chiudere di nuovo tutto. Non ci si può basare solo su quel dato e farlo sarebbe rischiosissimo. Già in Serie A dovranno prendere provvedimenti stretti come fare tamponi ogni giorno e potrebbe non bastare. Il mondo dilettantistico è un’altra cosa a partire dall’aspetto economico su cui bisognerebbe fare un discorso a parte”.

CARONNESE (DS Raffaele Ferrara): “Il discorso del 18 maggio riguarda solamente la serie A perché le altre categorie non sono minimamente pronte. Quel decreto di cui si dibatte da giorni e di cui non si trova una soluzione riguarda i professionisti, non di certo noi. Le categorie inferiori fanno molta fatica a rispondere a questa soluzione, ma leggevo anche che su 20 squadra di serie A, solo 10 sono in grado di rispettare tutte le norme. Non tutte hanno a disposizione posti come Milanello o la Pinetina, figuriamoci in serie D. Attualmente si possono prendere due strade: o si decide di concludere il campionato e con l’attuale classifica e fare così playoff e playout; oppure riprendere molto più avanti e farlo finire sul campo. Ma qualsiasi situazione si prenda non sarà sicuramente facile e avrà delle ripercussioni sul prossimo anno. Se mettiamo il caso riprendessimo questo campionato a settembre, giochiamo le otto partite restanti, e poi? Iniziamo un nuovo campionato? E i tesseramenti? In qualsiasi caso si va a mettere a rischio la prossima stagione e partiamo anche del fatto che in una squadra di calcio il rischio di contagio non sarà mai pari a zero”.

Niccolò Crespi, Alessio Colombo, Silvia Galli