Come da filosofia societaria, il mercato della Sestese Calcio si è caratterizzato per l’arrivo di giovani giocatori di talento. Tra le operazioni volute dal presidente Brovelli e dai suoi stretti collaboratori vi è quella che ha portato Alessio Papasodaro a vestire i colori bianco-azzurri. Centrocampista classe ‘97 cresciuto nelle giovanili del Milan, negli ultimi quattro anni ha spaziato dalla serie D alla Promozione, giocando in formazioni quali Varese Calcio, Legnano, Olimpia Calcio e, nella passata stagione, Accademia Borgomanero. Costretto nella sua carriera a ripartire più volte da capo a causa di alcuni infortuni, Alessio è pronto a iniziare questa nuova avventura, con il desiderio di trovare la tanto anelata continuità.

Com’è arrivata la decisione di passare alla Sestese?
Conoscevo già mister Ferrero dall’Accademia Borgomanero. Dopo il suo arrivo a Sesto mi ha chiamato e così ho scelto di venire qui perché mi piace lavorarci assieme. È un allenatore che crede in me e secondo lui posso ricoprire vari ruoli a centrocampo. A me piace molto fare la mezzala, ma al bisogno o in caso di cambi in mezzo al campo ho giocato anche come mediano”.

Quali sono state le tue sensazioni in questa prima settimana di raduno?
Ho avuto sensazioni molto positive e quello che più mi piace è che siamo un gruppo giovane. Sesto è una vetrina importante per farsi vedere, perché a differenza di altre società che puntano di più sull’esperienza, qui siamo nell’ambiente giusto per dimostrare il nostro valore e cogliere un’opportunità che magari altrove non sarebbe possibile”.

Dal primo infortunio nelle giovanili del Milan la fortuna non è stata molto dalla tua parte. Cosa hai imparato da questi momenti difficili e com’è stato ripartire dalla Promozione?
Ho avuto alcuni infortuni, esatto, per fortuna non gravi, però sebbene medio-piccoli mi hanno destabilizzato. Mi è capitato di iniziare bene al ritiro, entrare in forma e poi dovermi fermare per qualche motivo. Ad esempio, anche l’anno scorso con Ferrero dopo due settimane sono stato operato di appendicite. Da queste situazioni devi ripartire e continuare con la voglia di metterti in gioco e avere anche tanta pazienza, perché nel calcio succede quel che deve succedere e prima o poi puoi avere la tua occasione. Riguardo alla Promozione, il campionato è stato più complesso di quel che mi aspettavo. Ho trovato tanti giocatori di qualità che magari per problemi fisici o per motivi di lavoro non potevano giocare in categorie superiori. A livello di squadre, alcune mettono in difficoltà e potrebbero stare tranquillamente in Eccellenza. Difatti ci sono società che puntano molto a essere promosse e costruiscono una squadra ben attrezzata, mentre altre fanno più fatica. Questa probabilmente è la differenza principale che ho notato con l’Eccellenza, il fatto che ci sia un divario maggiore tra la prima e l’ultima in classifica”.

Possiamo dire che il lungo stop da febbraio ad agosto farà ripartire tutti da zero. Quanto è forte la tua voglia di riscatto?
Quello che più desidero è di trovare la continuità e giocare il più possibile in un ambiente sereno che mi dia l’opportunità di esprimermi al cento per cento, come spero che sarà qui a Sesto. Nei primi giorni di allenamento ho fatto un po’ di fatica perché non mi era mai successo di stare fermo così a lungo, ma il campo mi mancava”.

Ti sei prefissato un obiettivo per la stagione?
Penso che un centrocampista per farsi vedere debba fare un po’ di gol, quindi mi piacerebbe segnare di più. Il mio record è di 11 reti nella Beretti del Milan, poi giocando a sprazzi non sono stato un grande goleador e, avendo cambiato anche di ruolo, da mediano è stato ancora più difficile. A Borgomanero l’anno scorso ho fatto solo un gol e non ho avuto molta continuità, però se riesco a trovare il benessere psicofisico penso di poter esprimere le mie qualità, cosa che purtroppo per varie circostanze non mi è stato possibile fare”.

Cosa ti aspetti dal campionato e quanto sarà difficile superare il timore del covid?
Premetto che nell’Eccellenza in Lombardia ho disputato solo un’annata quando ero a Legnano, a differenza delle due in Piemonte, quindi personalmente non conosco benissimo le squadre. So però che sono molto valide, per cui penso che potrà essere un campionato equilibrato. Quanto alla preoccupazione per il virus, un po’ c’è, perché adesso finalmente abbiamo iniziato, ci stiamo impegnando e stiamo facendo tanta fatica, però potrebbe succedere qualcosa che ci costringa a fermarci per un paio di settimane per poi dover ricominciare da capo. L’augurio è che non ci siano altre interruzioni, ma non possiamo esserne sicuri al cento per cento e anche adesso in allenamento tante cose non si possono ancora provare per il fatto di dover mantenere i due metri di distanza. Anche tra i giocatori di serie A ci sono stati casi positivi, nonostante i tanti controlli. Non avere ansia per questa situazione è difficile, ma l’importante è che tutti cerchino di rispettare le regole il più possibile. Rimane certamente il timore di un’altra quarantena, che sarebbe davvero dura per tutti”.

Silvia Alabardi

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